IL GOVERNO CAMBIA IL TESTO DEL DECRETO ANTI-RAVE PARTY
Come promesso ad inizio novembre, il Governo Meloni ha presentato tramite emendamento al suo primo Decreto Legge un nuovo testo revisionato nella parte che riguarda il tema dei rave party abusivi: dal punto di vista tecnico, il Decreto anti-rave party vede cambiato il numero dell’articolo del codice penale istituito per vietare la messa a punto dei ritrovi abusivi. Non si tratta più dell’articolo 434 bis, bensì il nuovo articolo messo a punto dal Governo nell’emendamento riguarda il 633 bis: viene di fatto quasi del tutto riscritto il testo originale confermando l’intento stringente contro ogni tipo di rave party non autorizzato, ma limitando l’area di intervento escludendo altri ritrovi come manifestazioni o proteste di vario tipo.
Il nuovo reato scatterà solo quando «dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute o l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene». In questo modo vengono escluse tutte le altre tipologie di occupazione, come quella degli studenti o le altre manifestazioni pubbliche: la collaborazione delle forze di maggioranza mette così un freno alle polemiche sorte un mese fa con l’annuncio del Governo del nuovo Decreto Legge dove venivano inserite norme molto dure (ma a “maglie larghe”) contro i rave party: il nuovo reato inserito nell’articolo 633 bis di fatto viene ora riferito a situazioni precise e delineate, collegato alla violazione di norme legate a droga sicurezza e igiene.
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L’ipotesi di maggiore rigore disposta dall’emendamento al Decreto anti-rave party viene circoscritta agli organizzatori e promotori dei rave party: per i partecipanti invece, saranno pur sempre punibili ma solo in base all’articolo 633 del codice penale, che infatti riguarda l’invasione di terreni o edifici. Secondo quanto trapelato dall’ANSA che ha visionato la nuova bozza dell’emendamento, resta comunque la pena massima di 6 anni per chi organizza o promuove l’occupazione di terreni/edifici per svolgimento di rave party: resta anche la possibilità di attivare intercettazioni telefoniche nelle indagini sui presunti organizzatori/promotori dell’evento.
Viene confermata oltre alla pena massima anche la possibilità di comminare multe dai 1000 ai 10000 mila euro, ed è sempre «ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto», si legge nell’emendamento al Decreto anti-rave party. Primo a commentare il nuovo testo preparato dalla maggioranza è il Ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Con quest’emendamento al decreto-legge anti-rave, il governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire». Ok arriva anche da Forza Italia che era stata molto critica alla norma uscita dal Consiglio dei Ministri ad inizio novembre: «Ad una prima sommaria valutazione mi pare vada nel senso suggerito dai nostri emendamenti», sottolinea Pierantonio Zanettin, capogruppo in Commissione Giustizia del Senato. Il voto sugli emendamenti al decreto dovrebbe essere disposto martedì 6 dicembre, mentre l’approdo del testo finale in Senato arriverà non prima del 12 dicembre: come spiega “Il Giornale” da fonti di Governo, l’esecutivo dovrebbe presentare solo due emendamenti al Decreto Legge del 31 ottobre 2022. Nel primo appunto il nuovo testo sui rave party, nell’altro una modifica sulla riforma Cartabia: ci saranno poi 24 ore di tempo per consentire la presentazione di eventuali altri subemendamenti.