Come ultimo atto politico del Governo Conte-2, il Cdm di stamane ha approvato il Decreto sull’autonomia del CONI in risposta alle “pressioni” del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) circa il rischio imminente per l’Italia di partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo senza bandiera tricolore e senza inno nazionale. Dopo gli avvertimenti lanciati negli scorsi mesi in riferimento alla riforma dello sport del 2019 targata Vincenzo Spadafora, negli ultimi giorni era giunto l’ultimatum dal CIO: o l’autonomia del CONI viene restituita oppure l’Italia rischiava grosso l’esclusione del simbolo nazionale alle prossime Olimpiadi, con messa in discussione anche delle prossime Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina.
Invece il Decreto per l’autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano – poco prima delle dimissioni dello stesso Premier Conte con tanto di salita al Quirinale – fa fare marcia indietro alla riforma integrale dello sport: dopo un lungo braccio di ferro Pd-m5s viene ripristinata l’autonomia funzionale e gestionale del CONI restituendo al Presidente Giovanni Malagò la ‘pianta organica’ (165 dipendenti e alcuni immobili). La norma diventerà operativa e bisognerà convertirla in legge entro 60 giorni: a quel punto ricomincerà la trattativa sui ruoli all’interno del sistema sportivo fra CONI, Sport e Salute, Dipartimento del Ministero, Enti e Federazioni.
NUOVO DECRETO SUL CONI: LE REAZIONI
«Sono molto felice», ha commentato il Presidente del CIO Thomas Bach dopo l’annuncio datogli da Malagò poche ore fa, «la legge è ok, l’autonomia è salva». Uscendo da Palazzo Chigi il Ministro dello Sport Spadafora dimissionario (assieme a tutto il Governo Conte-2) ha spiegato «Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto contenente le norme che sanciscono l’autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Ora l’ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione. Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l’Italia venisse così duramente sanzionata già domani, ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell’indipendenza del CONI lasciato aperto dalla riforma del 2019». Salvo l’inno, salva la bandiera, salvi i Giochi e nessuna sospensione per il CONI azzurro: secondo fonti di Palazzo Chigi, sarebbe stata l’accelerata del Premier Conte a “sbrogliare la matassa” dopo i ‘muri’ alzati da Pd e M5s in maggioranza sul tema della “incompatibilità” che avrebbe impedito la ricandidatura di Giovanni Malagò alla guida del CONI.