QUANDO SCATTERÀ IL DECRETO AUTOVELOX E COSA PREVEDE
Se è vero che da domani, 28 maggio 2024, entra ufficialmente in Gazzetta Ufficiale l’ultimo Decreto Autovelox voluto fortemente dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, per attendere la vera entrata in vigore delle nuove regole occorrerà attendere ancora qualche giorno. La pubblicazione in GA prevista per martedì non vede presente all’interno del testo sulle nuove modifiche al codice della strada la clausola di “immediato vigore” e dunque occorrono circa 15 giorni di media per vedere attive tutte le nuove regole atte a limitare la diffusione degli autovelox in tutta Italia.
Secondo le stime del Ministero potrebbe essere tra il 10 e il 12 giugno 2024 prossimo: poco cambia però sull’effettivo contenuto del nuovo decreto approvato dal Governo in CdM che punta a limitare l’effetto “trappola” dei dispositivi piazzati specie su strade secondarie o periferiche. Come ha spiegato anche in Parlamento il Ministro e vicepremier Salvini, l’obiettivo del Decreto Autovelox è quello di disciplinare ulteriormente la messa a punto, l’uso e la collocazione delle videocamere di rilevazione della velocità: «gli autovelox vicini ad una scuola, un asilo o un ospedale sono utili e sacrosanti, ma non quelli trappola senza reali esigenze di sicurezza». Tre le principali regole introdotte dal provvedimento, ovvero l’autorizzazione per l’installazione, i limiti e la segnaletica. All’interno del decreto però il tecnici del MIT hanno affrontato anche i diversi casi in cui il proprietario dell’auto può ricorrere alla contestazione della multa in modo immediato.
LE NUOVE REGOLE SUGLI AUTOVELOX IN TUTTA ITALIA: NO TRAPPOLE, MENO AUTONOMIE PER I COMUNI E…
Venendo dunque ai contenuti aggiornati nel Decreto Autovelox con le ultime limature prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la novità forse più rilevante – e che risponde alle tante polemiche sfociate nei diversi casi “Fleximan” in giro per il nord-est del Paese – riguarda i misuratori elettronici e la loro posizione su strada: per le nuove norme, potrà essere installato il nuovo autovelox solo se viene documentata ufficialmente la sostanziale impossibilità per gli agenti della Polizia Stradale di poter fermare in quel tratto i mezzi per controlli random. Sui limiti di velocità, il Dl Autovelox prevede che non possano essere installati dove il la soglia sia «inferiore di oltre 20 m/h rispetto a quello massimo generalizzato», si legge nel decreto. Tradotto in modo semplice, ad esempio sulle strade extraurbane dove il limite di velocità è fissato a 110 km/h, non sarà possibile mettere rilevamenti elettronici sotto i 90; sulle provinciali invece con limite già fissato a 90, l’autovelox non potrà passare sotto i 70 e così via.
Nota non da poco, tutti gli autovelox che non sottostanno a questa nuova regola dovranno essere rimossi o spenti: ulteriore dettaglio non da poco, il Decreto impedisce di porre telecamere dove i limiti sono inferiori a 50 km/h, ergo non potranno essere utilizzati gli autovelox per far rispettare il limite di 30 km/h ma occorreranno eventualmente le pattuglie “fisiche” della Stradale. Il Dl Autovelox modifica anche la normativa sulle “multe in serie” nella stessa zona, tema particolarmente caro al Ministro Salvini: «tra un dispositivo e l’altro dovranno intercorrere distanze minime differenziate in base al tipo di strada». Il decreto regolamenta una distanza minima di 3 km su strade extraurbano e 1 km sulle secondarie: anche sul fronte cartelli le novità riguardano l’informazione al cittadino almeno un km prima dell’effettivo autovelox, mentre nei centri urbani la distanza minima deve essere almeno di 200 metri (per le strade di scorrimento) o 75 m per tutte le altre strade.
Ultima ma non meno importante novità che scatterà da giugno con l’ingresso in vigore del Decreto Autovelox, viene limitata l’autonomia dei Comuni nel posizionare (e riscuotere gli effetti) i dispositivi a livello cittadino: la piena facoltà decisionale viene infatti data al prefetto (che rappresenta il Ministero dell’Interno a livello territoriale, ndr) che potrà decidere su autovelox fissi, “mobili” o semplici presidi della polizia. Quando il Comune presenterà richiesta per un nuovo autovelox, dovrà dimostrare – spiega il Ministero – l’effettiva utilità e necessità in quel tratto del dispositivo. «Serve un’accurata analisi del numero, della tipologia e, soprattutto, delle cause, con particolare riferimento alla velocità come causa principale», si legge nel testo approvato dal MIT.