Alla mezzanotte tra mercoledì e giovedì il Governo ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’ultima definitiva versione del nuovo Decreto coronavirus 25 marzo (varato però dal Consiglio dei Ministri il 24/3) dove di fatto si riassumono tutti gli interventi, i Dpcm, le ordinanze, le sanzioni e le misure adottate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte insieme al CdM dall’inizio della pandemia da coronavirus fino ad oggi. In questo modo sono presenti – come ribadito nell’informativa di Conte alla Camera e al Senato – due “soli” Decreti, uno economico (il “Cura Italia”) e l’altro di regole e misure per contrastare il contagio. Non sono però mancate novità dell’ultimo momento, come vi spieghiamo nel paragrafo sottostante: nel Decreto sono rivisti e ampliati tutti i divieti attuali con tanto di prescrizione per contenere al massimo il contagio da coronavirus nelle prossime settimane. Il tutto con un limite per ora fissato al 31 luglio 2020: come già ampiamente spiegato dal Premier Conte, non significa che tutte le restrizioni avranno effetto con questo decreto fino a fine luglio, ma che a seconda dell’emergenza epidemiologica si possano prorogare, stoppare, ridurre, aumentare tali regole con una scadenza fissata all’ultimo giorno prima di agosto.
NUOVE REGOLE: COSA CAMBIA NELL’ULTIMA VERSIONE
Ecco però cosa cambia nel nuovo Decreto coronavirus firmato e pubblicato con testo ufficiale in GU questa notte: la vera novità è la sanzione, ovvero che d’ora in poi non si ricorre al reato (tranne casi eclatanti) se si contravviene alle restrizioni poste in essere dal Governo. Si dovrà pagare una multa salatissima, dai 400 euro fino ai 3mila euro laddove si venga beccati ad aggirare i divieti: ci potranno essere limitazioni o peggio ancora divieti assoluti di uscita o di ingresso nei territori comunali, provinciali, regionali, e anche rispetto al territorio nazionale.
Qui la novità massima, che ancora non era stata chiarita né dalla conferenza stampa di Conte di due giorni fa, né dalle anticipazioni uscite sulla bozza del Decreto 25 marzo: il Governo di fatto chiude i confini dell’Italia, così come hanno fatto Germania e Francia negli scorsi giorni. Il divieto di ingresso o uscita dalle frontiere è un provvedimento mai prima d’ora varato dallo Stato che si prepara così alla fase 2 dell’emergenza Covid-19: l’Italia potrebbe finire nelle prossime settimane l’emergenza sanitaria nel suo picco e allora proverà a “difendersi” dagli altri Paesi dove il contagio sta aumentando in questi giorni. Cambiano anche le attività considerate “produttive” dopo l’ultimo accordo trovato dal Governo con i sindacati: ecco la nuova lista dei codici Ateco previsti nel Decreto.
NUOVO DECRETO: 28 REGOLE E TESTO UFFICIALE
Per il resto, rimangono le 28 regole (o ambiti di limitazione) dove il Decreto coronavirus varato dal Governo Conte-2 impone assoluta richiesta di adempimento: non si può uscire di casa salvo «esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute o altre specifiche ragioni»; sono chiusi parchi, strade, aree gioco e giardini pubblici; quarantena precauzionale ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati o che rientrano dall’estero; divieto di assembramenti o limitazioni e così via, con le 28 regole che trovate nel dettaglio qui sotto. Tra le tante, da segnalare la specifica norma che dà potere alle autorità statali o regionali «di limitare, ridurre, sospendere o addirittura sopprimere i servizi di trasporto di persone e di merci, automobilistico, ferroviario, aereo, marittimo, nelle acque interne, anche non di linea, nonché il trasporto pubblico locale».
Il Decreto dà infine potere di possibili alti decreti futuri «altresì adottati su proposta dei presidenti delle regioni interessate, nel caso in cui riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero del Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l’intero territorio nazionale, sentiti il Ministro della salute, il Ministro dell’Interno, il Ministro della Difesa, il Ministro dell’Economia e delle finanze, e gli altri ministri competenti per materia».