Per evitare incertezze e domande ulteriori in queste ore febbrili per il Decreto del Governo immesso in Gazzetta Ufficiale, oltre a tutti i dettagli del Dpcm 9 marzo 2020 che trovate qui sotto con annesso testo ufficiale, occorre un rapido “recap” per ribadire cosa si può e cosa non si può fare fino al prossimo 3 aprile, data di “conclusione” del Decreto che pone l’Italia intera in quarantena. Spostamenti: sì, solo se necessari per lavoro, spesa o salute. Divieto assoluto di assembramento: vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Bar e ristoranti sono aperti ma solo fino alle 18: obbligo da parte del gestore di garantire il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Centri commerciali e negozi in generale: eccetto farmacie e alimentari che restano aperti regolarmente, «Chiusi centri commerciali e mercati nei giorni festivi e prefestivi. Nei giorni feriali il gestore dell’esercizio commerciale deve garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro». Sport, palestre, piscine, spa e centri ricreativi: tutto chiuso, con inclusione di cinema, teatro, musei e luoghi per eventi-meeting. Sospesi i campionati sportivi: Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e dalle rispettive federazioni. Qui tutti i link ufficiali del Governo per le misure anti-coronavirus.
DPCM: COSA FARE FINO AL 3 APRILE
Le 48 ore più lunghe della storia recente d’Italia si conclude con un nuovo Decreto del Premier Conte, il Dpcm 9 marzo 2020, che di fatto estende a tutto il Paese le misure anti-contagio viste nel precedente Decreto dell’8 marzo: non solo la Lombardia e le 14 provincie, ora l’intera Italia è “zona arancione”. L’obiettivo è quello detto dal Presidente del Consiglio nella decisiva conferenza stampa della notte: «Non ci sarà più una zona rossa. Le misure restrittive vengono estese a tutta Italia. […] I contagi e i decessi sono in forte aumento» e per questo le misure diventano drastiche per tutti. Per farlo capire ulteriormente il provvedimento è stato chiamato dal Governo “Io resto a casa” ed è valido da oggi 10 marzo fino al prossimo 3 aprile. Dopo le folli fughe dal Nord verso il Sud in migliaia di persone, e dopo che le abitudini di molti italiani non erano cambiate adeguandosi al momento di emergenza, è stato inevitabile per il Governo imporre il nuovo Dpcm su tutto il territorio italiano: «Gli spostamenti in tutta Italia saranno possibili solo per motivi di lavoro, necessità o salute. Vanno evitati in modo assoluto gli assembramenti per fermare il contagio». Subito il Decreto ha avuto l’effetto di gente riversata per strada a mezzanotte per assaltare i supermercati 24 ore, ma su questo è arrivato l’ammonimento del Premier «Tra i casi di necessità che consentono gli spostamenti c’è anche la spesa per generi alimentari». Gli approvvigionamenti continueranno ad arrivare anche se gli ingressi ad alimentari e supermercati dovranno essere contingentati per rispettare la distanza di sicurezza (droplet) tra le persone.
TESTO DECRETO 9 MARZO: TUTTI I DIVIETI
I negozi vengono imposti con apertura 6-18 mentre saranno solo i supermercati e i negozi di generi alimentari – assieme alle farmacie e ai servizi essenziali (ospedali, forze dell’ordine etc..) – ad avere aperture e orari normali: come contenuto nel Decreto 9 marzo 2020, per i trasporti pubblici non è all’ordine del giorno una limitazione «per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare». Stop a tutto lo sport, la cultura, gli eventi e tutto ciò che porterebbe assembramenti di persone in un momento in cui non possiamo permettercelo: la lotta al coronavirus, ha spiegato Conte, impone un cambiamento delle nostre abitudini «dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste norme più stringenti». In merito alle restrizioni per l’estero e dall’estero, non cambia nulla rispetto agli scorsi giorni: «gli spostamenti dei cittadini italiani avverranno sempre alle stese condizioni ma controlleremo gli ingressi in Italia». Gli spostamenti in generale all’interno del territorio, solo quelli estremamente necessari, dovranno avvenire con un modulo di autocertificazione valido già da ieri e scaricabile qui. Nel Decreto si fa poi esplicito riferimento alla situazione degli eventi sportivi organizzati da associazioni internazionali (la Champions League per il calcio, ma non solo) e qui il Governo lascia una piccola concessione: «resta consentito esclusivamente lo svolgimento degli eventi e delle competizioni sportive organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico».
Qui il testo integrale del Decreto coronavirus siglato il 9 marzo 2020