Si è tenuta in videoconferenza la riunione tra i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Mariastella Gelmini con le Regioni. Queste hanno dato un via libera sostanzialmente alla proroga del divieto degli spostamenti tra Regioni per altri 30 giorni, decisione che verrà presa domani mattina dal Consiglio dei ministri. La Gelmini, dunque, ha anticipato ai governatori la questione della proroga. Saranno però confermate le disposizioni sugli spostamenti tra piccoli Comuni e la regola per gli spostamenti verso un’altra abitazione privata per massimo due persone, con figli minori di 14. Stando a quanto riportato dall’Ansa, il Cdm si occuperà solo della proroga di questo blocco. Ma Gelmini ha assicurato alle Regioni che porterà il documento dei governatori «all’attenzione del Governo».
Inoltre, Mariastella Gelmini ha fatto anche una precisazione che segna un primo cambio di passo almeno nel rapporto con le Regioni: «Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare ad un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, che certo dovrà essere snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste». La ministra degli Affari regionali durante la riunione avrebbe anche manifestato l’intenzione di organizzare il prima possibile un incontro tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e i governatori per affrontare i temi che riguardano la scuola.
Alla riunione ha preso parte anche Antonio Decaro, presidente dell’Anci. Sono quattro le richieste avanzate: la conferma del sistema a colori con modifica dei parametri; riapertura la sera dei ristoranti, nel rispetto di protocolli rigidi; piano vaccinale che coinvolga i sindaci per l’uso delle strutture comunali, come i palazzetti dello sport; finanziamento di nuovi ristori.
DECRETO COVID, LE RICHIESTE DELLE REGIONI
È in corso la riunione tra Governo e Regioni per discutere delle misure del decreto-legge anti Covid che verrà approvato nel Consiglio dei ministri di domattina in vista della scadenza del Dpcm. Gli spostamenti tra Regioni dovrebbero essere vietato fino al 25 marzo, non il 31, secondo il Corriere della Sera. La priorità è accelerare la campagna vaccinale. «Il problema adesso risiede nell’approvvigionamento delle dosi, che dipende dal Governo», evidenziano i governatori, che chiedono al Governo di «impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato». A tal proposito, ritengono auspicabile e urgente la valutazione di un diretto coinvolgimento delle aziende italiane nella produzione. Tornando invece alle misure, le Regioni chiedono di «rivedere la tempistica per l’adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze». I cittadini devono conoscerle in anticipo. E va organizzato diversamente l’esame dei dati della Cabina di regia, delle ordinanze e la relativa decorrenza. Vanno rivisti i parametri e il sistema delle zone, serve una revisione dei protocolli per le riaperture per coniugare la sicurezza con la ripresa economica.
«È evidente che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza, mentre la saturazione dei posti letto diventa ancor più l’elemento decisivo», fanno sapere le Regioni. Inoltre, chiedono «misure nazionali di base omogenee», ma al tempo stesso «misure più stringenti per specifici contesti territoriali laddove i parametri rilevino significativi scostamenti». Ma ritengono anche che si debba valutare anche quali restrizioni si sono rivelate più efficaci. Si chiede anche l’ampliamento della Cabina di regia ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia per dosare gli impatti economici delle decisioni e condividere i provvedimenti, oltre che garantire i risarcimenti. Per quanto riguarda la scuola, serve una numerazione di rischio, implementare le forme di congedo parentale e prevedere risorse economiche a sostegno dei genitori in caso di chiusura delle scuole. «Purtroppo con le varianti in circolazione continuare con le restrizioni è indispensabile», avrebbe detto il ministro della Salute Roberto Speranza nell’incontro con le Regioni. (agg. di Silvana Palazzo)
DECRETO COVID, OGGI RIUNIONE CON I GOVERNATORI
Lavori in corso a Palazzo Chigi per il nuovo decreto legge Covid (non Dpcm) e per il blocco agli spostamenti tra Regioni. Il Governo ha convocato un incontro con i governatori per discutere delle misure per contenere e contrastare l’epidemia Covid. L’obiettivo del premier Mario Draghi è raggiungere un’intesa oggi pomeriggio con le Regioni per avere il decreto Covid pronto per la sua approvazione nel Consiglio dei ministri in programma domattina. La riunione decisa dai ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Affari regionali) è stata convocata per le 19 di oggi. Sul tavolo anche la questione degli spostamenti tra le Regioni, che dovrebbe essere vietato anche in zona gialla fino alla fine di marzo. Poi sarà affrontato il discorso sulle restrizioni ed eventuali differenziazioni di colore su base provinciale.
Il Governo Draghi, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, potrebbe decidere di agire a livello provinciale e comunale, facendo scattare le zone rosse laddove emergono focolai e nei Comuni limitrofi. Dunque, le Regioni hanno bocciato l’ipotesi della zona arancione nazionale. Per quanto riguarda il Dpcm in scadenza il 5 marzo, secondo Il Giornale, il premier potrebbe quindi sostituire lo strumento normativo: niente Dpcm, ma un decreto con regole generali aperto a ordinanze specifiche di ministri e governatori. (agg. di Silvana Palazzo)
SPOSTAMENTI TRA REGIONI: VERSO PROROGA STOP
Si va verso una proroga del blocco degli spostamenti fra regioni fino al 31 marzo: questo quanto è stato stabilito ieri dalla riunione avvenuta fra i governatori in merito appunto alla possibilità di valicare i confini regionali. Bonaccini, numero uno dell’Emilia Romagna nonché presidente della conferenza delle regioni, ha aggiunto: “Oggi (ieri ndr) abbiamo affrontato tutte le questioni che riguardano la revisione dell’attuale sistema di regole che definisce l’entrata e l’uscita dalle diverse zone. È necessaria una revisione ed una semplificazione con la revisione dei criteri e dei parametri di classificazione. Serve un respiro più lungo ed un’analisi approfondita dei luoghi e delle attività, anche in base ai dati di rischio già accertati. Non solo. Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese”.
“Tutte le Regioni hanno poi richiesto – ha concluso Bonaccini – che per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte. Sia che si tratti di provvedimenti restrittivi regionali, sia che si tratti di provvedimenti nazionali”. A breve verrà presentata una proposta al governo, su cui poi verrà stilato il nuovo Decreto Covid (che sostituirà il Dpcm): “Lavoro comune ed intesa fra tutte le Regioni – sono le parole ancora di Bonaccini – che nelle prossime ore presenteranno al governo una piattaforma di proposte in vista del prossimo Dpcm, nella convinzione che occorra un deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica. Anche per questo abbiamo chiesto al Governo un incontro urgente”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DECRETO COVID, NON DPCM: DOMANI CDM
Consiglio dei ministri fissato alle ore 09:30 di domani a Palazzo Chigi. Lo ha convocato il premier Mario Draghi, che all’ordine del giorno ha messo un decreto legge contenente «ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19». Poche righe, ma quanto basta per capire che il Governo sta lavorando a nuove misure. Il 25 febbraio, infatti, scadrà il divieto di spostamento tra le Regioni, quindi bisogna prendere una decisione: prorogarlo con un nuovo provvedimento o consentire la libera circolazione in Italia. Dunque, il Consiglio dei ministri domani mattina affronterà il tema degli spostamenti. Non solo: nella nota si parla di decreto legge, quindi non di Dpcm. Questo vuol dire che il presidente del Consiglio potrebbe accantonare la strategia adottata dal suo predecessore Giuseppe Conte, che ha fatto ampio uso dei Dpcm i quali hanno sì il merito di essere di rapida emanazione ma d’altra parte dipendono solo dalla volontà del premier (da qui le critiche e polemiche delle ultime settimane). Invece i decreti legge sono provvedimenti collegiali e per questo richiedono una tempistica diversa.
SPOSTAMENTI TRA REGIONI: VERSO PROROGA STOP
Tra i temi delicati da affrontare c’è, dunque, anche quello relativo agli spostamenti tra le regioni. Stando a quanto riportato dall’AdnKronos, il Governo Draghi starebbe valutando la possibilità di prorogare fino al 31 marzo tale divieto. Negli ultimi giorni si ipotizzava uno slittamento fino al 5 marzo, giorno in cui scadranno anche le altre misure anti Covid. Pare però che nelle riunioni di ieri a Palazzo Chigi si sia valutato di prorogare lo stop agli spostamenti a prescindere dall’area di rischio in cui si trova la regione e fino al 31 marzo. Sarebbe questa, secondo fonti di governo citate dall’agenzia di stampa, la linea che dovrebbe essere adottata nel Consiglio dei ministri convocato per domani. Le Regioni dal canto loro chiedono un cambio di passo sulla gestione dell’emergenza, in particolare una revisione del sistema a colori per evitare cambi continui, il tutto senza abbassare la guardia a causa della diffusione delle varianti Covid. Serve una “diga” contro i contagi, ma anche misure che tengano conto dell’oggettiva realtà dei casi. Sono però divise sull’ipotesi di un’Italia zona arancione. In parallelo, dunque, partirà anche il dialogo con le Regioni, infatti è previsto un incontro tra queste e i ministri per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e della Salute Roberto Speranza. Al premier il delicato compito di arrivare ad una sintesi.