«Temete una terza ondata Covid? No, no, no… ascoltiamo quello che ha da dirci il presidente Draghi che ci ha convocati», così il coordinatore Cts Agostino Miozzo ‘braccato’ dai cronisti Adnkronos fuori da Palazzo Chigi prima della riunione cominciata in orario alle ore 19. «Rigore? No, ma diremo che serve prudenza», conclude l’incaricato “ritenuto” prossimo responsabile del piano vaccini al posto del “ridimensionato” Domenico Arcuri.



In attesa di conferme, è lo stesso Comitato Tecnico Scientifico che fa sapere a Repubblica alcuni dei punti che porranno al tavolo con il Governo in questa sera (dove si stabilità la “mappa” degli interventi nei prossimi giorni verso il nuovo Decreto-Dpcm): «entro la prima metà di marzo la variante inglese, più contagiosa del 38 per cento, sarà ormai diventata prevalente», fanno sapere gli esperti che predicano prudenza. Le indicazioni insomma non cambiano e si raccomanda estrema cautela per le riaperture di palestre, cinema, teatri e degli stessi ristoranti. L’intenzione, secondo diverse fonti di governo all’Ansa, sarebbe quella di «varare con largo anticipo, già nei prossimi giorni, il nuovo provvedimento destinato a rinnovare le misure anti contagio del dpcm in scadenza il 5 marzo».



RIUNIONE DRAGHI-MINISTRI-CTS

Il Governo accelera per il prossimo Decreto legge con le nuove regole anti-Covid che andrà a sostituire l’ultimo Dpcm dell’esecutivo Conte: alle ore 19 il Premier Mario Draghi ha convocato in riunione a Palazzo Chigi i Ministri direttamente competenti sulla gestione della pandemia, segnatamente il titolare della Salute Roberto Speranza, la Ministra per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini, il Ministro Mise Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini (capodelegazione Pd, Cultura) e Elena Bonetti (Italia Viva, Famiglia). Secondo quanto trapelato dall’Ansa, presenti anche il presidente Iss Silvio Brusaferro, il presidente Css Franco Locatelli e il coordinatore Cts Agostino Miozzo (da segnalare ancora l’assenza del commissario Domenico Arcuri, data come figura “ridimensionata” nei suoi poteri dal prossimo Decreto).



La riunione voluta dal Presidente del Consiglio mira a fare il punto della situazione alla battaglia anti-Covid in vista dell’accelerata sulle regole da approntare prima del 5 marzo prossimo, giorno di scadenza dell’ultimo Dpcm. Dopo aver varato il Decreto Covid che vieta fino al 27 marzo prossimo lo spostamento tra Regioni, i partiti e i Governatori attendono una “svolta” importante del Governo tanto sul piano sanitario (vaccini, lotta alle varianti) quanto su quello economico, con il Dl Ristori 5 in rampa di lancio e sopratutto con le possibili riaperture da decidere nei prossimi giorni.

ANTICIPAZIONI NUOVO DECRETO: IL PUNTO SULLE RIAPERTURE

Domani il Ministro della Salute sarà in Parlamento per le comunicazioni sulla gestione del Covid dove con ogni probabilità anticiperà alcuni dei punti contenuti nel nuovo Decreto pronto forse già per questo weekend. Dal progetto (ormai tramontato) di un’unica zona arancione, alle differenziazioni sui colori con cambiamenti nelle singole regole, fino allo “spettro” del lockdown: oggi la Lombardia e il Lazio hanno dettato nuove zone rosse-arancio rafforzato per limitare i contagi a livello territoriali e forse proprio un più tempestivo e idoneo monitoraggio verrà inserito proprio nel Decreto in via di composizione a Palazzo Chigi.

Decisioni certe, prese per tempo e con la massima flessibilità possibile per far fronte all’emergenza economica oltre che socio-sanitaria: stamane nel colloquio con il leader della Lega Matteo Salvini, Draghi ha parlato di possibili riaperture di ristoranti, cinema, teatri, palestre e altre attività di fatto chiuse quasi del tutto da novembre scorso. «Noi siamo per la tutela della salute, ma con interventi mirati e in questo c’è sintonia con il presidente Draghi e son contento. Se c’è un problema in quella zona, in quella provincia, come ad esempio a Brescia, intervieni in provincia di Brescia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita: se si può pranzare tranquilli, allora si può cenare tranquilli», spiega il segretario leghista all’uscita da Palazzo Chigi. Sulla possibile linea “rigorista” di Draghi, Salvini specifica «chiedetelo a lui io non mi permetto di mettere in bocca ad altri dichiarazioni. Ma penso che ci sia voglia di cambiamento anche da questo punto di vista. Certo attenzione, cautela, se ci sono terapie intensive occupate non si scherza con la salute della gente. Però alcune norme di buon senso, quelle sui ristoranti ad esempio mi sembrano palesi: se sono sicuri a pranzo, allora lo sono anche a cena. E poi alcune realtà iper controllate come le palestre piuttosto che i teatri, allora perché no?».

Infine la il leader della Lega, trovando un assist positivo nel M5s Patuanelli e nel Pd Bonaccini (che parlano di linea Salvini “ragionevole”) aggiunge «Per quel che mi riguarda palestre, impianti sportivi, oratori, istituti culturali possono tornare a operare garantendo salute e distanza. E chi non può operare deve essere rimborsato istantaneamente». La road map è tracciata: oggi riunione Draghi, domani Comunicazioni Speranza e riunione Cts sulle riaperture, nel weekend è atteso il nuovo Decreto non appena giungeranno gli ultimi monitoraggi epidemiologici a livello nazionale.