Dopo qualche ora di ritardo e lo scontro in Aula sulla “bollinatura della Ragioneria di Stato”, il Decreto Cura Italia ottiene il via libera del Senato al voto di fiducia: sono 142 i Sì all’esecutivo Pd-M5s-LeU-Italia Viva, 99 i No e 4 gli astenuti. Il testo ora del Decreto economico di marzo che stanzia 25 miliardi di euro passa alla Camera dove l’iter dovrebbe avvenire già nei primi giorni dopo la Pasqua. «Non voteremo questo decreto perché è una presa in giro. Non c’è una lira per i sindaci né per i medici, la cassa integrazione arriverà solo a fine aprile» ha attaccato Salvini in aula prima del voto, mentre tanto dal Pd quanto da LeU sono giunte richieste al Premier Conte di venire in Parlamento ad informare ancora i cittadini sulle prossime mosse che il Governo intende approntare sul fronte emergenza coronavirus.



Il “giallo” nelle scorse ore, come anticipato, è stato dovuto al ritardo con cui il testo del maxiemendamento è giunto in Senato dopo la bollinatura sui costi della Ragioneria di Stato: la senatrice di Forza Italia Annamaria Bernini aveva sollevato dubbi su eventuali modifiche dell’ultimo momento nel testo non concordate con la Commissione Bilancio e per questo motivo la Presidente del Senato Casellati ha ritenuto opportuno sospendere per qualche minuto la seduta per verificare cosa stesse accadendo. Alle 15.10 la commissione Bilancio ha dichiarato la conformità del testo, dando il via libera alla votazione, a quel punto iniziata alle 15.30: il voto si è svolto in maniera palese ed con appello nominale da dove sono giunti i 142 Sì al voto di fiducia richiesto e ottenuto dal Governo sul Decreto Cura Italia.



SCONTRO CDX-GOVERNO SUL MAXIEMENDAMENTO

Ora è ufficiale, il Governo Conte ha posto la questione di fiducia sul voto al Senato in merito al Decreto Cura Italia: ad annunciarlo è stato poco prima delle ore 13 nell’Aula di Palazzo Madama il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, suscitando l’ira delle opposizioni. La seduta del Senato è però cominciata tardi con solo ora le dichiarazioni di voto per via di un ritardo della bollinatura da parte della Ragioneria di Stato che di fatto impediva a livello legale la presentazione del voto di fiducia. Il maxiemendamento, per accordo di tutti i gruppi parlamentari (per consentire un rientro rapido a casa dei senatori lontani da Roma) «ricalca interamente quello approvato dalla commissione fatta salva l’eliminazione di alcune norme che sono nel dl scuola e nel dl liquidità».



«Il Cura Italia, che oggi il Senato approverà, è solo il primo dei tanti decreti disposti dal Governo per gestire l’emergenza economica. I margini di manovra del Parlamento sui 25 miliardi del decreto erano oggettivamente difficili da prevedere. Per questo sono soddisfatto del comportamento delle opposizioni, votano contro il provvedimento, ma non hanno fatto ricorso all’ostruzionismo», sostiene Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato nell’intervista a Radio Anch’io su Rai Radio 1. Di parere nettamente opposto è invece la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini che a Sky Tg24 ha ribadito «Contestiamo l’atteggiamento del governo sul ‘Cura Italia, perché noi abbiamo dato una disponibilità sincera. Siamo stati al tavolo con l’esecutivo diversi giorni, abbiamo avanzato le nostre proposte e lo abbiamo fatto nell’interesse dell’Italia raccogliendo le istante e le richieste delle associazioni di categoria e dei ceti produttivi».

INIZIANO LE OPERAZIONI DI VOTO

Scatta dal Senato l’iter verso il voto di fiducia posto dal Governo sul Decreto Cura Italia, con l’unità nazionale che rischia seriamente di “saltare” proprio dopo la decisione di Conte di “accelerare” i tempi. Per garantire un passaggio veloce e una “semplice” approvazione di un Decreto che stanzia misure da 25 miliardi ancora non arrivate ai cittadini dopo le promesse di marzo, il Governo per la prima volta dall’inizio della pandemia coronavirus, porrà la fiducia su un provvedimento anti-Covid-19. Questo ha sollevato l’ira delle opposizioni che finora invece avevano partecipato attivamente ai voti e alle discussioni sugli altri Decreti: non solo, del testo originario da 127 articoli ora il Cura Italia si è praticamente doppiato recependo anche i decreti economico del 2 marzo e sanitario del 9 marzo. Essendo vicina la possibile scadenza di essi, il Governo ha deciso di accorpare molto nel Decreto Cura Italia e destinare gli altri provvedimenti nel prossimo Decreto Aprile, laddove comunque sono già stati recepiti molti ordini del giorno ed emendamenti del Centrodestra.

Questo però non è bastato per placare l’ira per il voto di fiducia posto da Gualtieri e D’Incà: «Il clima di collaborazione da parte del governo, arrivati a questo punto, penso non ci sia mai stato, è stato un bluff – attacca Giorgia Meloni a Mattino 5  – Noi ce l’abbiamo messa tutta, non abbiamo mai smesso e non smetteremo». La chiama avrà inizio attorno alle ore 12.30 e sarà consentito l’ingresso in Senato in ordine alfabetico a gruppi di 50 senatori per volta per garantire il distanziamento fisico: dopo la fiducia, il Decreto passerà alla Camera per il voto finale dopo Pasqua.

DECRETO CURA ITALIA, DIRETTA VOTO DAL SENATO

Con il Decreto “Cura Italia” il Governo Conte nel pieno dell’emergenza coronavirus aveva stanziato il 17 marzo 25 miliardi per i primi aiuti e sostegni a famiglie, imprese, lavoratori e aree più colpite dalla crisi del Covid-19: dopo l’inizio dei lavori ieri in Aula al Senato con i primi emendamenti approvati, è previsto il voto di fiducia quest’oggi attorno alle ore 12.45 con la diretta video streaming delle dichiarazioni e successivi esiti del primo passaggio in Parlamento del Decreto economico “Cura Italia”. Mentre già si parla delle novità e degli stanziamenti in miliardi del prossimo Decreto “Aprile” che dovrà rilanciare ulteriormente l’economia, ancora lo scontro tra Governo e opposizione non si è risolto (nonostante tre incontri in 4 settimane tra Conte, Gualtieri e i tre leader del Centrodestra Salvini, Meloni e Tajani).

«Avevamo detto che non avremmo fatto ostruzionismo sul provvedimento, ma la scelta di blindarlo con la fiducia fa comprendere che non ci sono i presupposti per una collaborazione», ha fatto sapere il capogruppo Senato della Lega Massimiliano Romeo, seguito a ruota anche dal n.2 di Forza Italia Tajani che si dice anch’egli pronto a non dare fiducia al Governo per il Dl Cura Italia considerato le «pecche contenute», la mancanza di spinta economica e «la blindatura voluta dal Governo con la fiducia». I tempi stringono e prima di lanciare l’imminente Decreto Aprile, serve almeno un via libera al Cura Italia al Senato (dove i numeri del Governo sono assai più risicati rispetto alla Camera).

LE MISURE DEL CURA ITALIA

Come ribadito nel testo finale immesso in Gazzetta Ufficiale, il Decreto “Cura Italia” ha individuato 4 principali ambiti di intervento per tentare di attenuare l’impatto disastroso dell’emergenza coronavirus dal punto di vista sanitario e purtroppo anche economico: 1) il potenziamento del sistema sanitario e della Protezione Civile; 2) la protezione del lavoro e dei redditi; 3) il sostegno alla liquidità delle imprese e delle famiglie; 4) la sospensione delle scadenze per il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali ed assistenziale. Come già anticipato nella stesura del Dl Cura Italia, sarà poi il Decreto Aprile nei prossimi giorni a rilanciare con proroghe e nuove lineiiioni di liquidità famiglie, imprese e lavoratori che ancora “pagano” un altro mese di quarantena imposta dalle misure di contenimento e la chiusura delle attività non essenziali.

Dai bonus baby sitter ai congedi parentali, dalla scuola digitale fino alle leggi 104 potenziate sono gli interventi principali per le famiglie; si passa poi alle sospensioni di mutui ed affitti fino al capitolo molto delicato dei bonus. Mentre ancora Partite Iva, autonomi e co.co.co attendono il bonus 600 euro (che diventeranno 800 nel Decreto Aprile come promesso dal Sottosegretario Economia Baretta) dopo il caos per le domande di presentazione su sito Inps, sono state erogate Cassa integrazione in deroga per tutto il territorio nazionale con uno stanziamento complessivo di 4 miliardi di euro. «È stabilito il differimento delle scadenze e la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi per tutte le imprese di piccola dimensione, per i professionisti e per gli autonomi», si legge ancora nel testo ufficiale del Decreto Cura Italia. Qui trovate invece il focus sulle FAQ Consulenti del Lavoro per tutte le questioni dirimenti gli aiuti economici nel Dl del Governo Conte.

EMENDAMENTI DECRETO CURA ITALIA, OK DA SENATO

Dopo le prime votazioni di ieri in Aula al Senato, sono stati approvati alcuni emendamenti che si aggiungeranno al testo finale del Decreto Cura Italia atteso al voto di fiducia oggi in giornata: in primis, vengono riconosciuti alle strutture sanitarie coinvolte nel piano di emergenza Coronavirus, che già prevede l’incremento di posti letto in terapia intensiva e tutte le unità operative di pneumologia e di malattie infettive, «i maggiori costi sostenuti per la rete dei pazienti Covid, in deroga al tetto previsto per la remunerazione delle ‘funzioni’». Tale emendamento è stato approvato dalla Commissione Bilancio del Senato e nel testo finale enuncia «Le regioni, ivi comprese quelle in piano di rientro, possono riconoscere un incremento tariffario per le attività rese a pazienti Covid per il periodo dell’emergenza. Gli enti e le aziende del servizio sanitario nazionale corrispondono agli erogatori privati, a titolo di acconto e salvo conguaglio, un corrispettivo, su base mensile, per le prestazioni rese ai sensi del presente articolo, nel limite del 70 per cento dei dodicesimi corrisposti o comunque dovuti per l’anno 2019».

Secondo emendamento di rilievo approvato ieri riguarda invece il mondo scuola: sono in arrivo per le scuole paritarie 2 milioni di euro nel 2020 per dotarsi di piattaforme e strumenti digitali per l’apprendimento a distanza «in analogia con quanto stabilito per le scuole statali». Non solo, si specifica nell’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio che le scuole possano utilizzare una parte della quota di finanziamento sulla didattica a distanza – qualora vi fossero già tali strumentazioni – per «fornire agli studenti meno abbienti gli strumenti necessari e formare i docenti alle nuove tecnologie».