Con il decreto cura Italia approvato lo scorso 17 marzo 2020 il Governo ha stanziato 25 miliardi di euro, di cui 10 per aiutare imprese e lavoratori. L’emergenza coronavirus ha colpito l’economia italiana e l’esecutivo ha promesso investimenti importanti per aiutare tutti, basti pensare ai 3,2 miliardi destinati alla sanità o ai 2,4 miliardi necessari per i rinvii dei pagamenti di tasse e contributi. Ma come sono ripartiti quei 10 miliardi di euro? 1,6 miliardi sono destinati al potenziamento della cassa integrazione ordinaria per lavoratori dipendenti, mentre 3,2 miliardi sono destinati alla cassa integrazione in deroga per lavoratori dipendenti. 1,29 miliardi al congedo e indennità ai genitori che lavorano nel privato e nel pubblico, 130 milioni alla copertura per i lavoratori in quarantena per lavoratori dipendenti, mentre 2,3 miliardi serviranno per l’indennità di 600 euro ai lavoratori autonomi, liberi professionisti e cococo. 499 milioni destinati all’indennità di 600 euro ai lavoratori stagionali del turismo e dell’agricoltura, mentre 48,6 milioni all’indennità di 600 euro ai lavoratori dello spettacolo, dipendenti e non dipendenti. Infine, 50 milioni di Contributi alle imprese per la sicurezza e i presidi sanitari e 300 milioni al fondo per gli esclusi dalle altre coperture.



DECRETO CURA ITALIA, LE MISURE PER IL LAVORO

Soldi destinati a diverse categorie dunque, ma non tutte. Come evidenzia Internazionale, tra gli esclusi dai vari fondi troviamo i lavoratori domestici. Ma non è tutto: i 300 milioni stanziati per gli “esclusi” sono sicuramente insufficienti e il denaro terminerà pressoché subito. Ma il decreto cura Italia non chiama in causa un’altra categoria che rappresenta una vasta fetta della popolazione: parliamo dei saltuari, tra chi si è visto scadere il contratto poco prima dell’emergenza coronavirus e chi, invece, non riceverà alcun rinnovo date le difficoltà delle imprese. Oltre a loro non bisogna dimenticare i microimprenditori, che hanno dovuto chiudere “bottega” per l’allarme Covid-19. Infine, una riflessione sul reddito di cittadinanza: come evidenziato anche dal Forum diseguaglianze e diversità, «per il lavoro saltuario e irregolare(oltre quattro milioni di persone) solo l’espansione del reddito di cittadinanza appare in grado di impedire l’impoverimento delle persone che perderanno il lavoro».

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