Il decreto “aprile”, che intanto è diventato “maggio”, verrà approvato questa settimana o al massimo all’inizio della prossima. Lo ha annunciato Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, spiegando che l’allungamento dei tempi è dovuto al fatto che si tratta di un provvedimento da 55 miliardi di euro. Col passare delle ore, comunque, il governo sta pensando anche di “spacchettare” il decreto maggio, dividendolo in due provvedimenti diversi. Il primo potrebbe essere varato in tempi brevi e rappresentare una sorta di seguito al “Cura Italia” con le misure su cui tutti i partiti della maggioranza sono d’accordo: rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, risorse per permettere alle pubbliche amministrazioni di pagare i loro debiti con le aziende, soldi per rifinanziare i bonus per i lavoratori autonomi, aiuti per settore turistico e cultura, nuovi fondi per la sanità, risorse per i Comuni. Lo riporta La Stampa, secondo cui il secondo decreto maggio dovrebbe contenere gli aiuti alle imprese e il reddito di emergenza per i lavoratori sommersi e al nero, che sono poi i temi su cui non c’è ancora un’intesa all’interno del governo.
DECRETO MAGGIO A “PEZZI”: LE MISURE PER LE IMPRESE
Fonti governative di Pd e M5s non escludono questa ipotesi, ma al tempo stesso fanno sapere, come riportato da La Stampa, che però sarebbe meglio evitarlo. L’auspicio di Palazzo Chigi è di riuscire a trovare un’intesa per riuscire ad emanare un unico decreto maggio. Non a caso ieri il presidente del Consiglio, in un vertice in videoconferenza con le imprese, ha accelerato sulle riaperture di alcuni negozi. Potrebbe essersi registrato un passo in avanti sul reddito-contributo di emergenza. Per sbloccare il pacchetto di sostegno alle imprese richiede più tempo, perché dall’Ue tarda il via libera al “temporary framework”, le linee guida su aiuti di Stato e ricapitalizzazioni delle aziende. L’Italia, come Francia e Spagna, vorrebbe maglie più larghe per concedere prestiti alle imprese con scadenze più lunghe e generose.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri conferma tre diversi interventi a seconda di dimensione e fatturato imprese. Per le più piccole sono previsti ristori a fondo perduto in base alle perdite, 600 milioni per rimborsare spese bollette e 1,7 miliardi per ristorare gli affitti pagati durante lockdown. Per le medie, 5-50 milioni di fatturato, si parla di un intervento a sostegno della patrimonializzazione, forse attraverso Invitalia, mentre per le aziende più grandi ci sarebbe Cdp. Il governo intende anche rinviare a settembre le scadenze fiscali, sta lavorando ad un pacchetto da 500 milioni per il sistema delle startup innovative, mentre è confermato quello sulla riconversione green degli edifici con 110% di detrazione.