ARRIVA IN CDM IL DECRETO ALBANIA: COSA È SUCCESSO E PERCHÈ SI È ARRIVATI ALLO SCONTRO COI MAGISTRATI
La parola chiave ribadita da Giorgia Meloni è «sostegno»: dei cittadini per il Governo, dello stesso esecutivo al suo interno, e del Centrodestra al programma con cui ha vinto le Elezioni nel 2022. Nel giorno in cui arriva in CdM il nuovo Decreto Albania sul caso migranti che ha incendiato l’attualità politica in questi ultimi giorni, la Premier sui social lancia un messaggio quasi “motivazionale” che arriva al termine di un weekend fatto di scontri, tanto con le opposizioni quanto con una parte della magistratura.
Il “caso Albania” – ovvero la decisione del Tribunale civile di Roma di far rimpatriare i 12 migranti (originari di Egitto e Bangladesh) dal cpr in Albania in cui erano arrivati solo 24 ore prima) seguendo la sentenza della Corte di Giustizia Ue – ha prodotto una reazione compatta nella maggioranza che ha di fatti subito convocato il CdM per oggi pomeriggio (dovrebbe cominciare alle ore 18 a Palazzo Chigi, ndr) dove verrà presentato il nuovo Decreto legge ad hoc sul dossier migranti. Il Governo lamenta che la magistratura, o almeno parte di essa (tra i giudici che hanno firmato la sentenza di Roma vi è anche la presidente di Magistratura Democratica, Silvia Albano) col pretesto di appigliarsi a cavilli giuridici, arrivino a modificare le legittime scelte politiche in materia migratoria di uno Stato.
In termini pratici, i giudici hanno bloccato la procedura di invio dei 12 migranti in Albania in quanto Egitto e Bangladesh sarebbero “Paesi non sicuri” e dunque meritano lo status di rifugiati e non debbono stare in un centro per il rimpatrio come quelli cui erano destinati a Schengjin e Gjiader in Albania. Ieri sera il Quirinale con il Presidente Mattarella ha rilasciato un discorso (dal Forum delle Regioni a Bari, ndr) in cui si cerca di fare da paciere all’interno delle istituzioni politiche dopo che il Centrosinistra in Europa (con Pd, M5s e AVS) ha firmato la petizione formale per aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia sul caso migranti-Albania. Resta dunque da capire se il Decreto in arrivo oggi al Consiglio dei Ministri riuscirà a non alzare ulteriormente la tensione politica e se al contempo vi sarà un tentativo di dialogo con la parte della magistratura che attacca le scelte del Governo sul tema migranti: il Ministro della Giustizia Nordio ieri è stato molto netto nel considerare la decisione del Tribunale romano come «abnorme» in quanto sarebbe stata mal interpretata la sentenza Ue a cui si sono appellati.
BOZZA DECRETO MIGRANTI ALBANIA: COSA SI APPRESTA A DEFINIRE IL GOVERNO MELONI
Secondo quanto finora raccolto dalle prime bozze del Decreto in arrivo oggi in CdM, il Governo Meloni si appresta sicuramente a modificare alcune norme che dovrebbero risolvere l’equivoco sollevato dal Tribunale civile di Roma, sezione immigrazione: come riporta l’ANSA, il provvedimento allo studio del Governo dopo la convocazione d’urgenza della Premier Meloni a seguito della sentenza di venerdì scorso, prevede il rendere norma primaria e non più “secondaria” (come era finora con il decreto interministeriale) l’indicazione dei Paesi sicuri verso cui è più semplice disporre i rimpatri di migranti.
Secondo però fonti del Governo raccolte in queste ore sui media, i tecnici lavorano anche sui ricorsi contro le decisioni del trattenimento nei Cpr: la strada da percorrere per la maggioranza è utilizzare le Corti d’Appello, soluzione di fatto già usata nel decreto flussi per le richieste d’asilo e che però aveva già sollevato l’allarme degli stessi presidenti delle Corti che lamentano personale e fondi ridotti proprio con il sovraccarico dei fascicoli. L’ANM lamenta la posizione del Ministro della Giustizia che giudica alcuni atteggiamenti dei giudici come un’esondazione delle proprie cariche giuridiche verso la politicizzazione, «aggressione di Nordio al lavoro giudiziario che non ha precedenti», lamenta ancora oggi il presidente del “sindacato” dei magistrati Giuseppe Santalucia.
LA MAIL DEL MAGISTRATO DEM “CONTRO” MELONI DIVENTA UN CASO
L’obiettivo del Governo Meloni resta comunque quello di preservare il protocollo Italia-Albania siglato con il Premier Rama che è all’attenzione positiva dell’Europa per provare ad introdurre provvedimenti simili all’interno di altri Paesi Ue: il modello innovativo proposto da Roma vorrebbe essere copiato in quanto considerato un buon mix di risolutezza sul tema migratorio ma anche di attenzione umanitaria con regole, fondi e personale gestito direttamente dal Paese richiedente (e non da quello ospitante dunque, diverso dunque dal modello iniziale UK col Ruanda molto contestato).
Sinistra, ONG e ora parte della magistratura (quella più orientata su temi progressisti) si oppongono a tale disposizione e al momento provano a contrastare l’iniziativa del Governo Meloni: ad aggiungere benzina sul fuoco ieri il “caso” sollevato dallo scoop de “Il Tempo” sulla mail inviata da un giudice (Marco Patarnello) ai propri colleghi di Magistratura Democratica che parla di Meloni «più pericolosa di Berlusconi». Qui proviamo a spiegare nel dettaglio dove nasce lo scoop poi rilanciato anche dalla Premier domenica sui social, mentre intanto oggi il “Domani” pubblica il testo integrale di quella missiva circolata nella corrente MD dove emerge un passaggio in cui si fa esplicito riferimento a «non fare opposizione politica». Resta però il tono usato nella lettera inviata ai colleghi magistrati che non si limita a considerazioni di forma ma entra direttamente in temi politici, invitando i magistrati alla compattezza per far fronte contro le (presunte) derive dell’esecutivo su temi migranti e non solo. Il CdM di oggi e il Decreto Albania, come si può ben intuire, portano in dote un “carico” politico non indifferente nella settimana che poi porterà alla prima Elezione Regionale in Liguria di un tris che si concluderà a metà novembre.