DECRETO PENALE BERSANI VANNACCI: IL CASO

Decreto penale Bersani Vannacci, il caso potrebbe finire in tribunale. Il provvedimento è stato chiesto dal pm Raffaele Belvederi della procura di Ravenna, sostenendo che il politico del Pd ha insultato il generale Roberto Vannacci. Quella che aveva posto come domanda in occasione della Festa dell’Unità di Ravenna un anno fa, è considerata comunque diffamazione dal pm, che ha provveduto a comunicare in maniera formale la richiesta di condanna al pagamento di una multa per diffamazione aggravata.



Le dichiarazioni del politico dem vertevano sul libero, diventato poi bestseller, dell’attuale eurodeputato della Lega, “Il mondo al contrario“: seppur in forma di domanda, usò la definizione di «coglio*e», da cui è scaturita l’azione penale del militare, tramite il suo legale, l’avvocato Massimiliano Manzo. La Digos della polizia di Ravenna ha provveduto alle dovute verifiche, che si sono concentrate sul commento reso quella sera nel corso dell’intervista di Francesca Schianchi e sulle altre dichiarazioni analoghe dell’ex segretario dem sul generale. Infatti, il primo almeno altre due volte era tornato sulla questione.



Se decidesse di accettare il decreto penale di condanna, Bersani sarebbe tenuto al pagamento di una multa, ma l’ex segretario del Pd ha già annunciato di volersi opporre, annullandolo.

COSA HA DETTO BERSANI SU VANNACCI?

Ad esempio, Bersani era intervenuti di fronte alle telecamere di La7, dopo aver appreso della denuncia di Roberto Vannacci dai giornali. Ad esempio, Lilli Gruber gli chiese se con quell’affermazione non stesse sdoganando il turpiloquio. Il politico del Pd, comunque, sul palco di Ravenna spiegò di aver letto solo i sommari del libro di Vannacci, apprendendo dei piani su esercito e istituzioni. «Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?», queste le parole che hanno portato alla querela del generale, su cui è tornato oggi il politico del Pd.



Infatti, ha annunciato di voler arrivare fino in fondo alla questione: «Voglio andare al processo». Bersani ha ribadito che con quella domanda non voleva offendere il generale, ma criticare le sue opinioni. Quindi, la sua domanda resta la stessa: «Se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione». Quindi, nel suo post su Facebook ha concluso: «Se nell’anno di grazia 2024 si decidesse che è possibile ci sarebbe davvero di che preoccuparsi».