Una delle misure previste dal Decreto Rilancio, che finalmente è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e contiene le ultime disposizioni del Governo in merito alla pandemia da Coronavirus, riguarda anche i migranti: una notizia che forse non farà felici alcuni esponenti dell’opposizione che – favorevoli o meno alla loro visione – hanno sempre battuto sulla litania del “aiutiamoli a casa loro” e del “prima gli italiani”. Migranti che erano saliti all’onore delle cronache anche in maniera indiretta, ideale cornice delle lacrime del ministro Bellanova che si era commossa nell’annunciarne la regolarizzazione (almeno per alcuni); anche lì erano piovute critiche su critiche ma si sa, il tema è sempre caldo e, soprattutto se affrontato superficialmente e magari per slogan, sempre destinato a far discutere. Per esempio, ne avevamo parlato anche riguardo il voucher spesa. Sia come sia, la misura che rientra nel Decreto Rilancio promosso dal Governo prevede che siano messi a disposizione più posti per l’accoglienza dei migranti.
DECRETO RILANCIO, PIU’ SPAZI PER I MIGRANTI
Naturalmente non si tratta di una disposizione fine a se stessa o aggiunta “tanto per aggiungerla”, quanto una possibile maniera per evitare che il contagio da Coronavirus si diffonda tra di loro. Cosa che potrebbe essere potenzialmente molto pericolosa, portando all’esplosione di nuovi focolai; così invece, almeno secondo l’idea del Consiglio dei Ministri, ci sarebbero i presupposti per un maggiore e costante controllo riguardo spostamenti e tracciamento di eventuali positivi, potendo anche isolarli con tempestività. Nel testo del decreto si legge che fino a 6 mesi dopo la fine dell’emergenza, che è stata fissata al 31 luglio, i richiedenti asilo possano essere ospitati anche negli alloggi inseriti nel sistema Siproimi. Si tratta di un sistema che è destinato a chi goda già di protezione internazionale, oltre che ai minori non accompagnati; le strutture di cui si parla sono più piccole e diffuse sul territorio; ai migranti, si dice, saranno comunque garantiti i soli servizi che sono già ora previsti nei centri di accoglienza.