E’ stato finalmente raggiunto l’accordo all’interno della maggioranza sul Dl Rilancio, il decreto ex Aprile e Maggio, che sarà una sorta di mini manovra economica con l’obiettivo di aiutare imprese e famiglie in difficoltà causa coronavirus. Lo sblocco, dopo giorni di tensione, è arrivato nella tarda serata di ieri, quando la fumata sembrava destinata ad essere per l’ennesima volta di colore nero. “E’ stato raggiunto un accordo che ritengo soddisfacente – ha fatto sapere Palazzo Chigi, come riporta Il Fatto Quotidiano – il Consiglio dei ministri è rinviato al 13 maggio ma l’accordo politico – assicurano fonti del governo – sulle misure contenute nel decreto è stato raggiunto. È ancora in corso il pre-consiglio che ultimerà nelle prossime ore l’esame delle varie norme. L’elevato numero di norme e la complessità di misure sta dilatando i tempi del pre-consiglio”. Oggi si terrà il cdm definitivo che darà l’ok ultimo alla “manovra” da ben 55 miliardi di euro, dopo che è stato superato l’ultimo ostacolo, quello riguardante la sanatoria sui migranti che alla fine ha messo d’accordo tutti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DECRETO RILANCIO: REBUS CDM È STANOTTE?

Si tinge di giallo l’effettuazione del Consiglio del Ministri che dovrebbe dare il via libera all’atteso Decreto Rilancio: dopo aver indicato un rinvio a domani, da parte del Ministro della Salute Speranza è arrivata l’indiscrezione che già nella notte il Governo potrebbe riunirsi e anticipare dunque di qualche ora le sue mosse. “Sembra ci sarà“, ha sottolineato Speranza, resterà da capire se saranno prese decisioni che dovrebbero sbloccare 55 miliardi per aiuti a tutti i livelli sull’emergenza coronavirus. Diversi i nodi da sciogliere, per questo probabilmente l’idea di rimandare al giorno successivo sarà da accantonare, considerando anche il fatto che all’interno della maggioranza diverse divergenze tra Pd e M5S dovranno essere risolte per evitare di vedersi avvicinare lo spettro di una crisi di Governo in una fase che sarebbe inopportuna. (agg. di Fabio Belli)



CDM RINVIATO A DOMANI?

«Stasera non ci sarà il CdM, vediamo domani»: con queste poche, lapidarie parole diverse fonti di Governo fanno sapere alle agenzie che neanche per questo martedì sera si potrà avere il varo definitivo del Decreto Rilancio. Il pre-Consiglio è ancora in corso dopo le 6 ore di ieri sera, le oltre 8 di oggi ed è destinato a continuare ancora fino a tarda serata: la maxi-manovra presenta criticità e limature praticamente su tutte le misure, un po’ per dover far quadrare i conti sui 55 miliardi di debito aggiuntivo richiesto (e già votato) al Parlamento, un po’ per i tanti nodi ancora aperti tra le diverse forze di maggioranza. Come vi abbiamo raccontato per tutta la giornata nei nostri focus qui sotto, la sanatoria sui migranti non ha ancora trovato un punto di contatto tra Pd e Movimento 5 Stelle e così i tempi già in estremo ritardo sulla tabella di marcia (questo è un Decreto economico che avrebbe dovuto arrivare già nel mese di aprile) rischiano di dilatarsi ulteriormente. Al momento non è ancora stato convocato neanche per domani il Consiglio dei Ministri, dipenderà tutto dalla quadra – o meno – che verrà trovata in nottata alla fine del pre-Cdm.



Dal turismo all’Irap, passando per i fondi della Cig e ovviamente sulla regolarizzazione dei lavoratori immigrati: i nodi sono tanti, cui si aggiunge latere la forte polemica rilanciata dalle associazioni delle imprese che in video conferenza con il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli hanno definito del tutto insostenibili le linee guida Inail-Cts per le riaperture dal 18 maggio in poi. «Non basteranno certo i bonus da 600 o 800 euro a salvare la ristorazione italiana. Invitiamo le Regioni a intervenire, per concordare con le categorie interessate protocolli alternativi che riescano a contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di natura imprenditoriale», ribadisce la Fiepet Confesercenti in un appello accorato agli enti locali.

IPOTESI VENDITA IMMOBILI PUBBLICI

Ore di trattative e discussioni per il decreto Rilancio, forze di maggioranza al lavoro per raggiungere la fumata bianca. In questi minuti è in corso un pre Consiglio dei ministri su coperture e lavoratori stranieri, con il nodo della regolarizzazione dei migranti che resta da sciogliere, ma pochi minuti fa è arrivata un’indiscrezione su una misura al vaglio dei titolari di Governo. Come riportano i colleghi dell’Ansa, è spuntata l’ipotesi di una vendita di immobili pubblici per contribuire «al risanamento dei conti pubblici italiani».

L’agenzia di stampa mette in risalto che i beni presi in considerazione potrebbero essere quelli in possesso dello Stato, ma anche quelli degli enti pubblici. Al vaglio l’ipotesi di utilizzare una pluralità di strumenti per permettere il collocamento sul mercato degli immobili pubblici, senza così escludere procedure straordinarie o società di gestione di fondi immobiliari. Infine, non è stata scartata l’idea di una cessione in blocco, possibilmente tramite società controllate ma fuori dal perimetro della contabilità pubblica. (Aggiornamento di MB)

DECRETO RILANCIO: NODI MIGRANTI E TURISMO

Secondo le fonti di Governo sentite a Sky Tg24 il Consiglio dei Ministri si terrà stasera a partire dalle ore 21 per poter finalmente varare il Decreto Rilancio: al momento però resta solo un “rumors”, visto che il pre-Cdm è ancora in corso e altre fonti interne a Palazzo Chigi, rivelata da Adnkronos e Rai News24, sostengono che l’accordo politico interno non vi sarebbe ancora e si rischia così un ulteriore slittamento a domani. Il testo corposo, le coperture sulla maxi manovra economica e i nodi migranti e turismo sono al momento i punti di distanza tra Pd, M5s e Italia Viva che rendono complesso anche solo chiudere la bozza di testo del Dl Rilancio: la situazione sembra quasi “congelata” rispetto a domenica scorsa, con i passai avanti visti ieri che sembrano essere stati annullati dall’irrigidimento del M5s su sanatoria irregolari e sulle banche “decotte”.

Dopo le ore 16 il pre-Consiglio ha preso in mano le norme complesse sul turismo e qui è Italia Viva a chiedere maggiore coraggio nelle misure: mancano ancora diversi capitoli ancora per rivedere l’intero testo e per questo la sensazione è che il CdM possa anche non cominciare alle 21 ma essere riprogrammato o in tarda serata o al peggio domani in giornata. Secondo fonti Mit all’Ansa invece, sarebbe confermato il “bonus bicicletta” che dalla precedente maxi-bozza circolata lunedì sembra definitivamente depennato dagli stessi tecnici del Governo.

M5S “ROMPE” ACCORDO SUI MIGRANTI

Si rischia l’ennesimo rinvio per il Decreto Rilancio: dopo che Gualtieri e lo stesso Conte avevano parlato di «nodi sciolti» in realtà il tema taglio Irap per le imprese, le liquidità per le banche e soprattutto la “grana” sanatoria migranti sta riportando fosche nubi sul testo del Dl Rilancio ancora fermo al pre-Consiglio. «Le terapie intensive sono sotto 1000, il peggio è alle nostre spalle. Dobbiamo essere prudenti ma evitare terrorismi psicologici e ripartire. Vale per l’economia ma anche per le attività educative: si rischia che il conto più salato lo paghino le mamme. Dobbiamo muoverci adesso», ha scritto su Twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi poco prima delle ore 15. La richiesta di fare presto arriva in pratica da tutti i settori interessati dal Decreto economico, promesso lo scorso mese e ancora non sbarcato in CdM. Si rischia ulteriore rinvio dopo le dure parole di Vito Crimi, leader M5s «così non va. L’auspicio di trovare una soluzione positiva rimane, continuiamo a lavorare con spirito collaborativo per questo obiettivo […] ma chi ha sfruttato le persone e ha drogato i mercati usando manodopera in nero a basso costo eludendo contributi e tasse, non può farla franca».

Ufficialmente Palazzo Chigi ha invece fatto sapere che al momento gli unici “nodi” riguardano le coperture sulla cassa integrazione e sugli incentivi al personale sanitario: «il presidente Conte, i ministri e le forze di maggioranza stanno lavorando senza sosta, confrontandosi costruttivamente e nel segno dello spirito di squadra, con un solo obiettivo: dare nelle prossime ore il via libera a una solida rete di sostegni, aiuti e investimenti a protezione di cittadini, famiglie e imprese alle prese con una crisi senza precedenti». Poi però le parole di Renzi e Crimi hanno fatto ben capire che la distanza sul tavolo del pre-Cdm è ancora ingente. «Il governo ci ascolti, potrebbe saltare l’erogazione di servizi essenziali. Non vorremmo ritrovarci a gestire “pericolosi assembramenti” di rifiuti lungo le strade delle nostre città», è invece l’estremo appello dei sindaci nell’ultima lettera Anci inviata al Premier Conte.

ATTESA PER CDM DL RILANCIO

Alle 11 di questa mattina è ripreso il pre-Consiglio dei Ministri dove il Governo Conte intende portare a termine la “limatura” del Decreto Rilancio così da poterlo finalmente presentare in CdM nella giornata di oggi: doveva tenersi in un primo momento nel pomeriggio il varo dell’ex Dl Aprile, ma sebbene ieri sera il Ministro Gualtieri abbia ribadito nell’intervista al Tg5 che «tutti i nodi sono stati sciolti», in realtà le distanze su diverse norme della maxi-manovra da 155 miliardi di spesa (55 in deficit) sono ancora importanti, con Pd, M5s e Italia Viva sul piede di guerra per le proprie rispettive “battaglie”. Per questo motivo il CdM sul Decreto Rilancio ancora non è stato convocato e i tempi vanno per le lunghe: si ipotizza a questo punto una possibile accelerata per la riunione nel corso della serata, al più tardi domani mattina. L’Ansa riporta che nel pre-Consiglio di ieri, interrotto all’una di notte, si è arrivati più o meno ad esaminare la metà degli articoli (su 258 totali) in bozza e così oggi si dovrebbe riuscire a trovare l’ultimo pressing per incardinare le norme economiche in aiuto a imprese, famiglie, lavoratori, settore turismo e Pubblica Amministrazione.

DECRETO RILANCIO: I NODI DA SCIOGLIERE

Al momento i veri nodi rimasti sul tavolo del Governo sarebbero il tema regolarizzazione migranti e il nodo banche per il Movimento 5 Stelle, Italia Viva spinge sul bonus turismo per le vacanze in Italia da migliorare, mentre lo stop a saldo e acconto Irap, eliminati i paletti di perdita di fatturato previsti dalle bozze, presenta problemi di coperture che il Pd non intende sottovalutare. Non solo, Regioni e Comuni ancora ieri hanno ribadito al Governo che soprattutto nelle aree di maggior turismo, si rischia un default che un bonus da max 500 euro per famiglie con reddito basso non potrà certo evitare su albergatori, ristoratori e attività turistiche: «nel decreto sono stanziati 1,5 miliardi, ma ne servono 5,4», hanno fatto sapere ieri i Governatori di Regione alla conferenza con Conte, Speranza e Boccia.

FOCUS E PUNTI RISOLTI

I punti invece risolti, come ribadito da Gualtieri ieri, sono l’Irap con stop al pagamento di saldo e acconto per le imprese tra 5 e 250 milioni di ricavi che certifichino perdite dovute all’emergenza Coronavirus. Si attende un via libera anche per lo stop Irap alle Pmi fino a 5 milioni di fatturato: stop alla prima rata dell’Imu per alberghi e stabilimenti balneari, come voluto da Iv e infine da settembre verranno stabilizzati altri 16 mila insegnanti con un incremento dei fondi anche per gli ammortizzatori sociali. Nel Decreto Rilancio sarebbe poi entrato in extremis uno sconto fiscale del 30% per chi investe in imprese danneggiate dall’epidemia.

Il decreto economico “Rilancio” comprende al momento 258 articoli suddivisi in 7 capitoli centrali per il rilancio del Paese: qui sotto tutti i focus che abbiamo preparato per presentare nel dettaglio le misure principali e più imponenti sia su risvolti sociali che economici, presenti all’interno della bozza del Decreto Rilancio. Si parte con il fisco (rinvii scadenze); lavoro (proroga ammortizzatori sociali già presenti nel Cura Italia); imprese (liquidità, prestiti e ristori a fondo perduto); famiglie (Reddito di Emergenza, bonus baby sitter e congedo parentale esteso); trasporti (bonus mobilità sostenibile, bicicletta e monopattino); turismo (con bonus vacanze per chi le farà in Italia); sanità (nuove assunzioni e materiale per far fronte alla crisi coronavirus). A questi punti si aggiungono, come ribadito ieri dal Sottosegretario Fraccaro, il nuovo Ecobonus 2020 al 11% per l’edilizia privata.