Il Ministro Gualtieri, in un video trasmesso nell’edizione serale dal Tg5, ha spiegato alcune misure che dovrebbero sostenere in maniera solida le imprese. In particolare sarebbe stato sciolto il nodo Irap, si starebbe valutando lo stop al pagamento di saldo e acconto per le imprese tra 5 e 250 milioni di ricavi che certifichino perdite dovute all’emergenza Coronavirus. L’intenzione sarebbe quella di estendere il taglio dell’Irap anche alle piccole e medie imprese fino a 5 milioni. Sarebbero già garantite coperture per circa 2 miliardi, da aggiungere ai 10 miliardi già previsti per le imprese. Al Tg5 Gualtieri ha spiegato di ritenere come sul Dl Rilancio la maggioranza abbia sciolto tutti i nodi politici: “Abbiamo risolto i problemi di assetto di questo decreto così imponente e fra poco ci sarà il preconsiglioper esaminare il testo che è molto consistente e bisogna evitare errori nelle norme, Poi potremo procedere ad approvare questo decreto molto atteso“. (agg. di Fabio Belli)



DECRETO RILANCIO, RIAPERTURA TAVOLO STATO-REGIONI

E così si rischia ancora uno slittamento per il Consiglio dei Ministri, con relativo varo del Decreto Rilancio: secondo le ultime notizie rilanciate dagli inviati Rai a Palazzo Chigi, la riunione del pre-Consiglio che inizialmente era prevista per ieri sera, poi spostata a stamane e continuata a slittare per tutto il pomeriggio, ancora non è avvenuta e nemmeno è stata convocata. Il tema della riaperture con il tavolo Stato-Regioni da un lato e soprattutto le forti divisioni del Governo sul testo del Dl Rilancio hanno portato a questo ulteriore ritardo che non fa altro che aumentare l’irritazione di imprese e lavoratori che ancora aspettano norme vitali per il rilancio dell’economia italiana: probabile a questo punto che pre-Consiglio e CdM avvengano insieme nella giornata di domani.



Non si è risolto ancora il tema della sanatoria sui migranti irregolari, nonostante il semi-accordo trovato ieri notte, mentre fa discutere l’esecutivo anche il “nodo” Irap, questa volta per l’intervento di Italia Viva che difende la proposta del Ministro Gualtieri di cancellare la rata di saldo e l’acconto di giugno per le imprese tra 5 e 250 milioni di ricavi con perdite a causa del coronavirus. Proprio su questo però il Governo non trova una quadra finale e si starebbe anche tentando di estendere la norma alle piccole imprese fino a 5 milioni. Secondo quanto riportato dall’Ansa, sul tavolo ci sarebbero coperture per circa 2 miliardi, a valere sui 10 miliardi già previsti per le imprese. Da ultimo il governo Conte starebbe lavorando all’ipotesi di semplificare la normativa sulle mascherine e non è escluso che diversi interventi possano essere inseriti nel Dl rilancio ormai contenitore di norme ben oltre le normali Manovre di bilancio in autunno.



CAOS GOVERNO SU TURISMO E BANCHE

C’è ancora grande tensione sul decreto Rilancio, restano alcuni ostacoli da superare. Secondo quanto riporta Huffington Post, oltre alle distanze tra Governo e Confindustria sull’Irap, c’è da registrare una lite all’interno della maggioranza giallorossa su banche e turismo, senza dimenticare il dossier migranti. A proposito di bonus vacanze, Italia Viva si è scagliata contro il Partito Democratico«bonus è diventato un complicato meccanismo di credito di imposta che non garantisce risorse immediate alle imprese», le parole di Maria Elena Boschi – ed anche il Movimento 5 Stelle ha criticato aspramente il disegno dem.

L’opposizione è sul piede di guerra per l’ennesimo ritardo dell’esecutivo, che si somma alla mancata collaborazione degli ultimi mesi. Questo l’affondo di Francesco Lollobrigida, esponente di FdI: «E’ penoso che ci sia una maggioranza come questa che passa le giornate a litigare, che promette e non realizza. Il decreto doveva essere frutto di un ragionamento unitario, ma nulla di concreto è arrivato. Tanti litigi, tanta confusione e nessuna risposta per gli italiani». (Aggiornamento di MB)

DECRETO RILANCIO: “CDM IN SERATA”

Secondo le fonti di Governo riportate dall’Ansa, la decisione del Governo sarebbe quella di portare il Decreto Rilancio al Consiglio dei Ministri già in serata, se tutti i nodi si riuscisse a “scioglierli” già nel pre-CdM in corso ora a Palazzo Chigi. Così sarebbe emerso dalla riunione conclusasi all’una di notte con i capi delegazione e così sarebbe l’idea di Conte: di contro, parti del Governo spingono per avere ancora tempo e delineare al meglio una maxi-manovra mai approvata prima e con le dovute limature rivedute sulle coperture alle innumerevoli misure inserite.

Sul fronte migranti, sembra intanto sia stato messo un piccolo “mattone” in più per l’accordo all’interno del Governo: sanatoria a 6 mesi ma con permesso di lavoro, così lo spiega il M5s in una nota stamani «Sul tema dei lavoratori stagionali, rimaniamo fortemente contrari rispetto a qualunque intervento che si configuri come una regolarizzazione indiscriminata. Non riteniamo questa una soluzione che possa rispondere alle reali esigenze nostre aziende del settore agroalimentare. Confermiamo il nostro principio di partenza: il permesso di soggiorno deve essere legato ad un contratto di lavoro, non viceversa».

A far tremare intanto il Governo Conte, facendo spingere per l’assoluta urgenza del Decreto Rilancio, ci hanno pensato i dati di Confcommercio pubblicati quest’oggi e che vedono 270mila imprese italiane (il 10% del totale) a rischio chiusura «se le condizioni economiche non dovessero migliorare rapidamente».

DECRETO RILANCIO: OGGI PRE-CONSIGLIO ALLE 14

Oggi pomeriggio si terrà il pre-Consiglio dei Ministri sul fatidico Decreto Rilancio, il maxi piano di aiuti economici (ex Dl Aprile e Dl Maggio) che da oltre un mese sta tenendo impegnato il Governo per trovare tutte le misure adeguate alla ripresa nel pieno della crisi da coronavirus. 258 articoli in 437 pagine, così si presenta la bozza del Dl Rilancio nel pre-Consiglio in attesa che tra stasera e forse domani si possa arrivare finalmente al CdM per il varo ufficiale: 7 maxi capitoli (fisco, lavoro, imprese, famiglie, trasporti, turismo e sanità) ma anche l’addio in pratica alle clausole di salvaguardia sull’Iva dal 2021 e un costo totale di 155 miliardi di finanziamento, di cui 55 in deficit come votato già dal Parlamento.

I nodi da sciogliere (focus qui sotto, ndr) sono ancora parecchi prima, con lo scontro a distanza tra Pd, Renzi e Movimento 5 Stelle che prosegue ormai da settimane nelle varie riunioni tra i capidelegazioni, il Mef e Palazzo Chigi: Conte vuole accelerare, visto anche il pressing che enti locali, imprese e lavoratori da giorni ormai esercitano per avere risposte certe e immediate sul “rilancio” dell’economia, ma la maxi-manovra mai vista prima nella storia repubblicana deve essere curata al dettaglio con tanto di via libera della Ragioneria di Stato sulle coperture che ancora manca. Tra gli ultimi dettagli emersi nella riunione di questa notte, oltre all’addio alle clausole Iva, nel Decreto Rilancio vi sarà anche il rinvii al prossimo anno la plastic e la sugar tax (nate con l’ultima legge di bilancio) e si apre la strada alla creazione dell’annunciata “newco” per il salvataggio di Alitalia.

I NODI DA SCIOGLIERE

Fonti di Governo all’Agi non escludono che dall’esecutivo arrivi un via libera oggi lunedì 11 maggio o martedì ‘salvo intese’, vista la mole di interventi ancora da verificare e sui quali non si è raggiunta ancora un’intesa completa. I nodi da sciogliere sono parecchi: dai finanziamenti dei singoli provvedimenti inseriti nei 7 ampi capitoli del Decreto Rilancio, fino al tema ammortizzatori sociali (Reddito di Emergenza e Bonus autonomi su tutti), arrivando poi al “nodo” migranti: su questo però l’ultima riunione conclusasi ieri a notte fonda a Palazzo Chigi potrebbe essere stato trovato l’accordo.

Sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano nei campi e come badanti e colf “in nero” un accordo di massima sembra essere stato trovato tra M5s e Pd: dopo l’aut-aut della Ministra Bellanova e lo scontro con la Catalfo, il provvedimento della sanatoria pare comunque esserci nell’ultima bozza che andrà in pre-Consiglio alle ore 14, ma i 5Stelle avrebbero ottenuto che «i permessi temporanei, che sono comunque di sei mesi e per ricerca di lavoro, siano subordinati a un controllo dell’Ispettorato del lavoro», riporta Repubblica. 500mila regolarizzabili sono in attesa di un via libera dal Governo ma il nodo politico potrebbe ancora non essere “pronto”, con le scintille tra M5s, Italia Viva e dem che al netto degli accordi di massima, rimangono.

LE MISURE DEL DECRETO RILANCIO: I NOSTRI FOCUS

Il decreto economico “Rilancio” comprende al momento 258 articoli suddivisi in 7 capitoli centrali per il rilancio del Paese: ecco qui sotto tutti i focus che in queste ore abbiamo preparato per presentare nel dettaglio le misure principali e più imponenti sia su risvolti sociali che economici, presenti all’interno della bozza del Decreto Rilancio. Si parte con il fisco (rinvii scadenze); lavoro (proroga ammortizzatori sociali già presenti nel Cura Italia); imprese (liquidità, prestiti e ristori a fondo perduto); famiglie (Reddito di Emergenza, bonus baby sitter e congedo parentale esteso); trasporti (bonus mobilità sostenibile, bicicletta e monopattino); turismo (con bonus vacanze per chi le farà in Italia); sanità (nuove assunzioni e materiale per far fronte alla crisi coronavirus).

A questi punti si aggiungono, come ribadito anche stamani dal Sottosegretario Fraccaro, il nuovo Ecobonus 2020 al 11% per l’edilizia privata ma anche la forte protesta del settore alberghi dopo aver scoperto che nella bozza di Decreto maggiori fondi sono stati dati a Cultura e Spettacolo piuttosto che al rilancio delle strutture turistiche gravemente colpite dalla pandemia. Un tema rimasto finora “nascosto” ma decisamente importante è quello immesso nella bozza del Dl Rilancio in merito allo Stato di Emergenza: «Proroga dei termini previsti per la scadenza degli stati di emergenza e delle contabilità speciali. I termini di scadenza degli stati di emergenza dichiarati e in scadenza entro il 31 luglio 2020 e non più prorogabili ai sensi della vigente normativa, sono prorogati per ulteriori sei mesi», ovvero fino al 31 gennaio 2021.