Approvato ieri dal Consiglio dei ministri, il nuovo decreto ‘salva casa’ fortemente voluto dal leader del Carroccio – ma anche vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti – Matteo Salvini dovrebbe entrare in vigore non prima di lunedì 27 maggio 2024 quando (almeno si spera) verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale: sulla data di entrate in vigore non ci sono ancora certezze, ma possiamo già supporre che il tutto sarà operativo entro la fine della prossima settimana e – a maggior ragione – entro le Elezioni Europee previste per l’8 e 9 giugno. Nell’attesa, però, molti si stanno già chiedendo come funzionerà il decreto salva casa, tra gli interventi che si potranno sanare, quelli regolamentati in modo differente e – soprattutto – i costi che i contribuenti dovranno affrontare per vedere la loro abitazione messa in regola.



Al decreto in sé abbiamo già dedicato due ampi approfondimenti, il primo con le parole pronunciate dal ministro Salvini nella conferenza stampa di ieri post Consiglio dei ministri e il secondo – ancor più approfondito – con le linee guida inserite nella proposta votata (ed approvata) ieri. Qui ci limiteremo a sciogliere gli ultimi dubbi sul decreto salva casa, pur ricordandovi che qualcosa potrebbe ancora cambiare e lo sapremo solo una volta che il testo uscirà in maniera integrale in Gazzetta.



Quanto costerà sanare le difformità con il decreto salva casa

La sanatoria del decreto salva casa – come vi abbiamo già spiegato – riguarderà tutte quelle difformità strutturali lievi (come l’istallazione di vetrate ai balconi esteri, oppure la costruzione di piccoli tramezzi e soppalchi) che riguardano buona parte del nostro patrimonio immobiliare; ma anche le difformità ‘formali’ dovute all’incertezza interpretativa e alla disciplina della cosiddetta ‘doppia conformità‘ (per cui è impossibile sanare un intervento a causa di una norma approvata dopo il lavoro) e – tra i punti più importanti del decreto salva casa – le irregolarità dovute al cambio di destinazione d’uso dell’immobile che è stato semplificato.



Tutto questo, però, ovviamente avrà un costo per il contribuente che non può sperare di vedersi sanata anche una semplice tenda solare in balcone senza alcun esborso. In tal senso, nel decreto si prevedono sanzioni basate sull’attuale norma Tue (all’articolo 37) che definisce come minimo la cifra di 516 euro e come massimo 6.164; ma dato che il decreto salva casa ha superato la doppia conformità entrambi i parametri sono stati aumentati, nel primo caso a 1.032 euro e – nel secondo – a 30.987, calcolati sul doppio dell’aumento del valore dell’immobile dopo l’intervento.