Via libera del Cdm al “decreto boss” sulle scarcerazioni. Il Consiglio dei ministri cominciato alle 21 è terminato dopo un’ora e mezza, approvando in tutta fretta il decreto legge che stabilisce nuove regole per le scarcerazioni dei mafiosi. Rispetto alla bozza del decreto emersa in serata, non c’è ancora la conferma sui numeri degli articoli che formano il dl: secondo Agi sono quattro, per la Rai sette. Ma cosa prevede? Una prima valutazione del tribunale di sorveglianza dopo 15 giorni dal provvedimento di scarcerazione legato al coronavirus. Il tribunale di sorveglianza, dopo aver sentito il parere del procuratore distrettuale antimafia e del procuratore nazionale antiterrorismo, deve verificare, con cadenza mensile, se persistono le condizioni per la scarcerazione. Ma la valutazione può anche essere effettuata subito, prima della decorrenza dei termini, cioè qualora sussistano le condizioni i mafiosi tornano dentro. (agg. di Silvana Palazzo)
DECRETO SCARCERAZIONI, BOZZA DECRETO OGGI IN CDM
È già trapelata la bozza del testo del decreto legge di cui deve discutere il Consiglio dei ministri, quello che fissa le nuove regole per le scarcerazioni dei mafiosi. Si stabilisce che vanno verificate ogni 15 giorni per capire se siano ancora validi i presupposti che le hanno giustificate. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha lavorato tutto il giorno al decreto, che ha avuto il via libera del Quirinale. È stato infatti inviato nel pomeriggio ed è tornato al mittente con alcuni suggerimenti. La maggioranza è tutta d’accordo in quanto rispetta i criteri di costituzionalità e di equilibrio tra salute e sicurezza, quindi nessun problema nel Cdm. Il decreto si divide in tre articoli. Il primo, secondo quanto anticipato da Repubblica, è sulle “misure urgenti sulla detenzione domiciliare e il differimento della pena per motivi connessi all’emergenza Covid”. I condannati per terrorismo o mafia, per tutti i reati che mirano ad agevolare le associazioni mafiose e quelli che si trovano al 41 bis, il magistrato dovrà valutare “la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di 15 giorni dall’adozione del provvedimenti, e successivamente con cadenza mensile”.
DECRETO SCARCERAZIONI, COSA PREVEDE
La valutazione va fatta “immediatamente”, se il Dap comunica “la disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto”. Ma nel decreto legge scarcerazioni al vaglio del Cdm la stretta non si esaurisce qui. L’articolo 2 infatti stabilisce che il magistrato debba sentire l’autorità sanitaria regionale per fare il punto della situazione e acquisire dal Dap l’eventuale disponibilità di strutture penitenziarie o reparti di medicina protetta dove il detenuto possa riprendere a scontare regolarmente la pena. Nell’articolo 3 della bozza del testo del decreto scarcerazioni, invece, si specifica che il pm deve verificare la permanenza dei “predetti motivi” nel caso degli arresti domiciliari e continuare a farlo con cadenza mensile, salvo quando il Dap comunica la disponibilità di posti in strutture sanitarie del carcere o nei reparti ospedalieri dedicati al carcere. Intanto da sabato è stato scarcerato un solo detenuto per motivi di salute a fronte della lista dei 376 boss mafiosi rivelata da Repubblica.