Il Senato ha approvato il Decreto Scuola con il voto di fiducia passato incolume per il Governo: ora il testo, normato con i nuovi emendamenti di stamane, passa alla Camera dove il 3 giugno prossimo si dovrà proseguire con l’approvazione del secondo ramo del Parlamento. Il Dl Scuola ha ottenuto 148 voti a favore, 77 i contrari: nessun problema per l’esecutivo al netto delle novità apportate al testo (che trovate tutte qui sotto, ndr) in Commissione Iscrizione al Senato: «Il testo è stato migliorato in Senato – commenta soddisfatta la Ministra Lucia Azzolinagrazie al lavoro della maggioranza, che ha guardato all’interesse e alla qualità del sistema di Istruzione, mettendo al centro le studentesse e gli studenti. Ora il decreto passa alla Camera dei deputati dove dovrà essere convertito definitivamente in legge entro il 7 giugno».



Come ricordato poco prima in Aula, la titolare del Miur ribadisce di essere al lavoro assieme a tutto il Governo per «consentire gli Esami di Stato del secondo ciclo in presenza e in sicurezza. Da oggi è attivo l’help desk per fornire ogni supporto alle istituzioni scolastiche. Lavoriamo già anche all’avvio del prossimo anno scolastico, sia sotto il profilo amministrativo, con la digitalizzazione delle graduatorie per le supplenze e anche delle immissioni in ruolo, sia sotto il profilo organizzativo». Nella nota conclusiva è ancora la Azzolina a sottolineare «forniremo a breve alle scuole le regole per poter avviare l’anno in piena sicurezza dal punto di vista sanitario e con indicazioni anche sotto il profilo didattico. Vogliamo riportare a scuola i nostri studenti e farlo al meglio».



DECRETO SCUOLA VERSO VOTO DI FIDUCIA

È in corso il dibattito al Senato che precede il voto di fiducia chiesto dal Governo sul Decreto Scuola: dopo il difficile e perdurato accordo sul Concorso Scuola, la viceministro Anna Ascani ha annunciato stamane su Facebook il via libera dell’esame degli emendamenti presentati con «alcuni miglioramento sostanziali apportati al testo iniziale». Già prima del voto la Ministra Lucia Azzolina aveva introdotto in Senato «Garantiremo la massima sicurezza e la continuità didattica. Stiamo lavorando con il ministero della Salute, il documento è alle limature finali e verrà adottato nelle prossime ore ed anche il documento della task force del ministero dell’Istruzione sarà presentato a breve. La riapertura delle scuole a settembre è una esigenza ed un obiettivo condiviso da tutto il governo. Verranno fornite alle scuole precise indicazioni operative».



A seguire, il Governo con il Ministro D’Incà ha annunciato che porrà la fiducia sul Decreto Scuola, provvedimento scontato visto che entro il 7 giugno prossimo il testo firmato da Mattarella l’8 aprile scorso deve essere approvato dall’intero Parlamento, pena l’annullamento della sua stessa validità di legge. Dopo il passaggio di oggi in Senato – dove non dovrebbero esserci sorprese visto anche l’ok di Italia Viva – il testo del Dl Scuola andrà alla Camera, con voto previsto attorno al 3-4 giugno. Novità principali annunciate da Azzolina e Ascani riguardano ad esempio il tema delle paritarie, con l’ok all’emendamento che sblocca 150 milioni di euro di aiuti, «Ciò dimostra la volontà del Governo di tutelare tutti i nostri studenti, rispettando la libertà di scelta educativa delle famiglie» sostiene la Ministra Miur. Sbloccati poi 39 milioni per dispositivi di protezione e pulizie, mentre sono stati confermati e banditi 4 concorsi per circa 80mila posti per insegnanti: «Con un emendamento approvato in Commissione Istruzione abbiamo modificato la modalità di svolgimento del concorso straordinario, eliminando i quiz a crocette e sostituendoli con quesiti a risposta aperta», conclude Azzolina.

DECRETO SCUOLA, EMENDAMENTI E CONTRASTI

Come annunciato dalla stessa vice ministra Ascani, le principali novità emerse dai nuovi emendamenti riguardano il giudizio descrittivo alla scuola elementare (stop voti in decimi), la reiscrizione degli alunno disabili all’anno ascoltino su richiesta motivata dalle famiglie, la tutela ai privatisti, le graduatorie provinciali, gli incarichi temporanei nel scuole dell’infanzia per le paritarie comunali, misure urgenti per interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica oltre alla modifica sul concorso scuola dopo l’accordo di Governo.

«Abbiamo impedito il concorso ad agosto in piena epidemia ed il famigerato quiz a crocette. Abbiamo portato la platea degli assunti da 24 mila a 32 mila, ma non siamo mai stati a favore di una sanatoria. Il nostro obiettivo era di assicurare un avvio del nuovo anno scolastico nel modo più ordinato possibile, con classi meno affollate e più insegnanti in cattedra. Il decreto prevede anche un giudizio descrittivo alla primaria dall’anno scolastico 2020/2021 al posto dei voti in decimi emisure urgenti per interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica», ha annunciato in aula il capogruppo Pd Andrea Marcucci.

Contagio invece alle novità emerse nel testo del Dl Scuola il leader della Lega Matteo Salvini che nel suo discorso attacca il Governo «Oggi i bimbi sono a scuola in Francia, in Svizzera, in Austria, in Germania, in Belgio, in Danimarca e in Finlandia. Ovunque. Mentre noi siamo qui in Aula a fine maggio a intuire che forse un po’ di ragazzi torneranno in classe a settembre». Per Salvini il Governo poi ha dimenticato-sottovalutato il peso delle paritarie nell’economia globale del mondo scuola, «non avete pensato al destino di 900mila bimbi e 180mila lavoratori».