Non ci sono sostanziali novità nel decreto legge approvato ieri dal governo sulla conclusione dell’anno scolastico 2019–2020 rispetto alle anticipazioni pubblicate sul Sussidiario nei giorni scorsi. Le norme contenute nel testo legislativo verranno ovviamente rese operative da alcune circolari ministeriali che il Miur dovrà rendere note entro alcune settimane.
Il 18 maggio rimane comunque la data spartiacque tra due due ipotesi in campo. Se si tornerà in classe prima del terzo lunedì di maggio si terranno sia gli esami di Stato di terza media, sia quelli a conclusione del secondo ciclo d’istruzione. In pratica, come il ministro Azzolina aveva annunciato domenica sera in tv, si conferma un esame con commissione interna e presidente esterno, due prove scritte, quella di italiano proposta dal ministero e la seconda dalla commissione, e colloquio orale, mentre per la terza media è previsto un esame con prove scritte e orali, ma leggermente semplificato.
Il problema si pone se l’emergenza coronavirus imponesse di non rientrare a scuola. La seconda opzione infatti prevede per gli studenti che passano alle superiori la stesura di una tesina e una valutazione del consiglio di classe con la promozione assicurata, mentre per i diciannovenni solo un colloquio finale, anche in modalità a distanza, con valutazioni della commissione e voto di diploma.
Per le altre classi, in entrambi i casi, ammissione d’ufficio alla classe successiva e recupero delle eventuali insufficienze all’inizio di settembre con anticipo delle date di inizio dell’anno ai primi del mese. Solo i privatisti faranno l’esame di Stato in presenza, nella sessione straordinaria che si svolge di solito nel mese di settembre.
Con il decreto diventa obbligatoria la didattica a distanza e l’atteggiamento degli studenti nel partecipare alle lezioni on line sarà oggetto di valutazione. Il ministero dell’Istruzione ha anche valutato con attenzione il rischio ricorsi al tribunale amministrativo, vista l’impossibilità a completare la preparazione degli alunni. Di fatto si decreta la promozione generalizzata, pur prevedendo un recupero a settembre. Azzolina ha sempre rifiutato il criterio del 6 politico, ma se la promozione è assicurata per tutti, rientra dalla finestra quello che era uscito dalla porta. A quanto si è appreso sinora, ne beneficeranno anche gli studenti che hanno una situazione scolastica critica, con insufficienze anche gravi in molte discipline sin dal primo quadrimestre, e forse anche coloro che nella pagella di metà anno presentano dei non classificati (nc). Un vero paradosso, perché in una situazione ordinaria non ottenere la classificazione anche in una sola disciplina porta direttamente alla bocciatura. Anche questi studenti dovranno recuperare le lacune, ma dalla posizione favorevole di essere approdati alla classe successiva.
Il decreto di ieri blocca inoltre l’adozione dei nuovi libri di testo, rimanda al prossimo anno la definizione delle graduatorie d’istituto per i docenti e permette l’assunzione di 4.500 docenti per colmare i posti lasciati vacanti nel 2019 da personale andato in pensione per effetto di “quota 100”. Per saperne di più restiamo in attesa delle circolari attuative.