Con 279 voti a favore, 232 contrari e nove astenuti la Camera ha dato il via libera alle modifiche delle norme sui migranti volute dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il decreto Sicurezza, che passa in seconda lettura al Senato e dovrà essere approvato entro il prossimo 20 dicembre, introduce diverse novità: niente più multe milionarie alle Ong, ampliamento del sistema di accoglienza con l’introduzione del regime di protezione speciale, eliminazione del tetto massimo di ingressi per motivi di lavoro, legato al decreto flussi, e nuove regole sulla revoca del permesso di soggiorno. Come giudicare questo nuovo pacchetto di norme? “Difficile prevedere se la restaurazione voluta dalla maggioranza giallo-rossa – risponde Mauro Indelicato, giornalista esperto di politiche migratorie e del Mediterraneo per ilgiornale.it e Insideover – riuscirà a conciliare accoglienza e sicurezza”. Ma si profila un rischio: “Se dovesse passare il messaggio che l’Italia usa una mano più morbida nel contrasto all’immigrazione – avverte Indelicato –, allora in tanti potrebbero decidere di salpare”.
La Camera ha approvato il Dl Sicurezza che riscrive i decreti Salvini in tema di immigrazione. Il testo aiuta a conciliare meglio accoglienza e sicurezza?
La nuova norma, in realtà, è una restaurazione di quanto previsto prima dei decreti voluti dall’ex ministro Salvini. La maggioranza giallo-rossa ha voluto con un colpo di spugna cancellare buona parte delle novità introdotte dal precedente esecutivo formato da Lega e Movimento 5 Stelle. Una mossa avente come base principale le beghe e le dispute ideologiche e politiche tra le parti in tema migratorio. Dunque è difficile ad oggi prevedere se la restaurazione apportata con i nuovi decreti servirà a conciliare l’accoglienza con la sicurezza. Quest’ultimo tema è quello forse più sentito dalla popolazione, tanto che prima ancora della sicurezza in sé è fondamentale la percezione che si ha di essa. E da questo punto di vista non sembrano esserci premesse positive: a molti cittadini è passato il messaggio che con le nuove norme si vuole usare una mano più leggera sulle forme illegali di immigrazione.
Diverse sono le novità, a partire dallo stop alle multe milionarie alle Ong e alla confisca delle navi. Che cosa cambierà?
In primo luogo, muterà il rapporto che ci sarà tra le Ong e il governo italiano. Per la verità questo cambiamento si è già verificato con l’insediamento del nuovo esecutivo, come dimostra il fatto che molte navi Ong hanno avuto, seppur dopo diversi giorni di attesa, i permessi per entrare nei porti italiani. Ma adesso tutto sarà più marcato. Sarà di fatto definitivamente archiviata la stagione del braccio di ferro tra Viminale e navi Ong.
E sui permessi di soggiorno?
Il nuovo decreto sicurezza nella sua versione definitiva prevede la possibilità che taluni permessi speciali possano essere più facilmente convertiti in permessi di soggiorno per motivi lavorativi. Nella versione della nuova norma contenuta nel decreto del 21 ottobre scorso, questi casi erano stati già elencati nell’articolo 6 del nuovo comma 1. Si tratta dei permessi di soggiorno per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per attività sportiva, per attività di tipo artistico, per motivi religiosi e per assistenza ai minori. Ma la novità più importante in materia è un’altra.
A cosa si riferisce?
Riguarda la materia relativa alla revoca dei permessi di soggiorno: è stato infatti inserito il riferimento al rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano. E dunque si dovrà tenere conto, prima di attuare una revoca, della situazione di ogni singolo migrante e del pericolo che questi corre per la propria vita in caso di respingimento nel suo Paese di origine.
Il decreto prevede l’introduzione del regime di protezione speciale. In cosa consiste concretamente?
Questa è l’unica parte che non ha subito una vera e propria restaurazione. Ma solo a livello formale, perché nella sostanza in realtà si chiama protezione speciale ciò che prima era il permesso umanitario. Sono state infatti estese le fattispecie per le quali è possibile accordare al migrante che ne fa richiesta un permesso di soggiorno per motivi “speciali”, diversi cioè dai casi ordinari.
L’eliminazione del tetto massimo di ingressi per motivi di lavoro, legato al decreto flussi, che impatto avrà sul mercato del lavoro? Aiuterà a combattere la piaga del lavoro nero?
Sembra di assistere alla stessa situazione già vista a proposito dell’introduzione a maggio della sanatoria sui migranti. Si parlava di implementazione nell’accesso al mercato del lavoro e di lotta al caporalato. I numeri hanno detto il contrario: ben pochi migranti – e ancora meno datori di lavoro – hanno usufruito di quella norma e non c’è stata una consistente emersione del lavoro nero. Non credo che agli annunci di oggi seguiranno fatti concreti in tal senso.
L’impianto complessivo del decreto favorirà o meno un aumento degli sbarchi?
I trafficanti di esseri umani dall’altra parte del Mediterraneo organizzano i viaggi a prescindere dalle beghe politiche italiane. Per loro è molto importante implementare il macabro business che ogni anno producono sulla pelle di migliaia di abbienti e disperati. Non è da sottovalutare però, a lungo termine, un effetto “pull factor” dei nuovi decreti: se dovesse passare il messaggio che l’Italia usa una mano più morbida nel contrasto all’immigrazione, allora in tanti potrebbero decidere di salpare.
(Marco Tedesco)