Sergio Mattarella firma il decreto Sostegni bis ma manda un messaggio a governo e Parlamento per la presenza di troppe norme ritenute fuori tema. Il capo dello Stato ha infatti inviato una lettera ai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e al presidente del Consiglio Mario Draghi, criticando il ricorso ormai abituale al maxiemendamento su cui il governo pone la questione di fiducia. Secondo il Presidente della Repubblica “si è registrato un monito critico da parte della Corte Costituzionale con la citata sentenza n. 32 del 2014. Per quanto riguarda le mie responsabilità, valuterò l’eventuale ricorso alla facoltà prevista dall’articolo 74 della Costituzione nei confronti di leggi di conversione di decreti-legge caratterizzati da gravi anomalie che mi venissero sottoposti”.
Mattarella solleva perplessità per la presenza di alcune modifiche al decreto Sostegni bis che non hanno tra le loro finalità l’esigenza di contrastare la pandemia da Covid-19. “Il testo che mi è stato trasmesso contiene 393 commi aggiuntivi, rispetto ai 479 originari. Tra le modifiche introdotte ve ne sono alcune che appaiono del tutto estranee, per finalità e materia, all’oggetto del provvedimento”.
Decreto sostegni bis, Mattarella firma perché consapevole delle difficoltà
Nonostante Mattarella abbia firmato il decreto Sostegni bis, perché consapevole della “straordinarietà e gravità del momento e delle conseguenze economiche e sociali in gioco“, fa sapere che “inserimenti di norme con queste modalità oltre ad alterare la natura della legge di conversione, recano pregiudizio alla qualità della legislazione e possono determinare incertezze interpretative, sovrapposizione di interventi, provocando complicazioni per la vita dei cittadini e delle imprese nonché una crescita non ordinata e poco efficiente della spesa pubblica“.
Nel il decreto Sostegni bis, su cui il governo aveva posto la fiducia, sono presenti misure a favore di imprese e cittadini che hanno subito danni economici, lavoro, giovani, salute e servizi territoriali. Il decreto era stato pubblicato il 25 maggio 2021 e sarebbe decaduto se non fosse stato convertito in legge dal Parlamento entro il 24 luglio. Tra le misure sono previsti contributi a fondo perduto, rinvio delle cartelle, crediti d’imposta, esenzione Imu, bonus locazioni e affitti, nuovi ecoincentivi per l’auto e altre agevolazioni per contrastare l’emergenza economica causata dal virus.