Il Decreto sui criteri delle attività di monitoraggio sanitario firmato dal ministro della SaluteRoberto Speranza, stabilisce i tre indicatori che dovranno essere tenuti d’occhio nel corso della fase 2 per capire se le riaperture potranno essere estese, oppure se si dovrà nel caso più malaugurato andare incontro a un repentino dietrofront. I tre criteri sono: capacità di monitoraggio, capacità di accertamento diagnostico e gestione dei contatti e della stabilità di trasmissione. In questo potrebbe avere un ruolo decisivo l’app Immuni se sarà scaricata da un numero sufficiente di persone. Non dovrà mancare in ogni caso la “tenuta del sistema sanitario per assicurare l’identificazione e gestione dei contatti, il monitoraggio dei quarantenati, un’adeguata e tempestiva esecuzione dei tamponi per l’accertamento diagnostico dei casi“, come sottolineato dallo stesso Speranza. Sarà importante infatti capire come la gestione dei nuovi casi peserà sul sistema sanitario, un aumento repentino dei casi in terapia intensiva evidenzierebbe difficoltà nel soffocare nuovi eventuali focolai.



DECRETO SPERANZA: “RISORSE UMANE INDISPENSABILI PER MONITORAGGIO”

Come si legge ne Decreto, “il consolidamento di una nuova fase, caratterizzata da iniziative di allentamento del lockdown e dalla loro progressiva estensione, può aver luogo solo ove sia assicurato uno stretto monitoraggio dell’andamento della trasmissione del virus sul territorio nazionale“, per considerare quello che è un trend positivo di calo dei contagi. Bisognerà dunque capire e valutare con grande attenzione quali saranno i futuri spostamenti dei flussi del virus, prevenire lo scoppio di nuovi focolai e soprattutto rendere consapevoli i cittadini di essere più o meno vicini a potenziali fonti di contagio. La gestione dei dati, non solo quelli che arriveranno dall’app Immuni, sarà fondamentale a la fase 2 “deve prevedere un adeguato numero di risorse umane, quali operatori sanitari e di sanità pubblica, da coinvolgere secondo le esigenze locali. Per garantire in modo ottimale questa attività essenziale dovrebbero essere messe a disposizione nelle diverse articolazioni locali non meno di una persona ogni 10mila abitanti“. Tecnicamente, si può tornare al lockdown se la situazione sfuggisse di nuovo di mano, ma in ogni parte d’Italia saranno immediatamente dichiarati zona rossa quei comuni nei quali si potranno innescare focolai, facendo tesoro delle esperienze del recente passato.

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