Da un paio di giorni a questa parte sembra che sul web non si faccio altro che parlare di DeepSeek la – ormai nota – nuova intelligenza artificiale che è stata in grado di scalzare rapidamente l’interesse mondiale per l’ancor più noto ChatGPT causando un vero e proprio crollo netto per il settore tech nella borsa di Wall Street: oltre a questo, attorno al nuovo ‘giocattolino’ cinese si è acceso anche un ampio dibattito che vede contrapporsi i detrattori e i sostenitori di DeepSeek che ha (per così dire) infiammato la rete con milioni di post e reazioni sulle principali piattaforme social.
A darci un’idea della portata del dibattito che si è creato attorno a DeepSeek è stata una recentissima analisi svolta dalla piattaforma SocialData di Socialcom presentata proprio nella giornata di oggi durate la diretta su Rai 3 del programma Agorà: dall’analisi emerge – infatti – che dal 27 al 29 gennaio in tutto il mondo sono stati creati complessivamente 3,8 milioni di post (la maggior parte, neanche a dirlo, negli USA che da soli ne hanno raccolti 2 milioni) che a loro volta hanno racimolato poco meno di 30 milioni (esattamente 28,7) di interazioni tra commenti, condivisioni ed anche semplici click.
Cosa dice la rete su DeepSeek: nell’analisi di Socialcom emerge lo scontro tra sostenitori e detrattori
Ancora più interessante notare che tra tutti quei post e quelle interazioni relative a DeepSeek, la maggior parte degli utenti (ovvero il 52,5%) ne ha espresso un parere per lo più positivo evidenziandone – spiega sempre l’analisi svolta dagli esperti di Socialcom – soprattutto il prezzo estremante competitivo e largamente inferiore rispetto alla varie (numerosissime) alternative; ma anche l’aspetto completamente OpernSource – ovvero aperto alle modifiche da parte degli utenti – del suo codice di programmazione e le elevate prestazioni dal punto di vista della capacità di calcolo, di ragionamento e di fornire risposte (più o meno) credibili.
D’altra parte, a fare più baccano sono stati soprattutto quel 47,5% di utenti che hanno preferito esprimere opinioni profondamente negative in merito a DeepSeek: oltre all’ovvia reazione da parte di chi è stato direttamente colpito nelle finanze dal crollo di Wall Street, buona parte dei detrattori sembrano essersi concentrati attorno – da un lato – alle presunte censure su alcuni argomenti sensibili per il governo cinese (vedevi voci: piazza Tienanmen o Taiwan) e – dall’alto lato – alle preoccupazioni per i dati degli utenti che finiscono direttamente conservati nei server cinesi.
“Il lancio di DeepSeek – ha spiegato oggi ad Agorà il fondatore di Socialcom Luca Ferlaino – ha generato un acceso dibattito globale” tra chi si è dimostrato entusiasta per “la gratuità, l’apertura agli sviluppatori e le prestazioni avanzate” – arrivando addirittura al punto di “attaccare Trump” per il suo investimento da 500 miliardi nelle IA “e Wall Street” – e chi invece è più scettico per via dei limiti “su privacy, sicurezza e censura“.