+++ Cdm approva all’unanimità il Def per l’anno 2022: qui i contenuti della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri con il Premier Draghi e il Ministro dell’Economia Franco. Le novità su caro energia, inflazione, guerra Ucraina e possibile embargo sul gas +++
LA BOZZA AGGIORNATA DEL DEF: RESTANO 5 MILIARDI PER GLI AIUTI
Alla fine il Pil 2022 dovrebbe comunque mantenersi di poco sopra il 3% (3,1% per l’esattezza), lievemente meglio rispetto alle anticipazioni fatte dalla sottosegretaria al Mef prima del Consiglio dei Ministri: secondo la bozza aggiornata presentata in Cabina di regia a Palazzo Chigi – diffusa dall’ANSA – oltre al 3,1% di Pil per l’anno corrente, viene confermato al 5,6% il deficit.
Questo significa che, almeno per il momento, il Governo Draghi non ritiene necessario estendere un nuovo scostamento di bilancio: «Partendo da una stima Istat di crescita del Pil reale nel 2021 più elevata di quanto previsto a settembre nella Nota di Aggiornamento del Def (Nadef), 6,6 per cento contro 6,0 per cento – si legge nella bozza del Documento di Economia e Finanza – la previsione tendenziale per il 2022 scende al 2,9 per cento, dal 4,7 per cento della Nadef, sebbene il profilo trimestrale del PIL nel 2021crei un effetto di trascinamento del 2,3 per cento su quest’anno». Nel 2023 le stime del Pil si attestano al 2,4%, all’1,8% nel 2024 e al 1,5% nel 2025. Sarebbero in tutto 19 i ddl collegati alla prossima manovra: tra questi, spunta uno sulla delega per «l’aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili nonché misure per la promozione dell’autonomia e dell’emancipazione dei giovani». Tra gli altri decreti collegati vi sono fisco, concorrenza, autonomia differenzia, riordino settore giochi. Per questo primo trimestre dell’anno il Pil italiano vede una contrazione dello 0,5%, «attribuibile principalmente a una contrazione del valore aggiunto dell’industria»; per il secondo trimestre invece si prevede, sottolinea ancora il Def, «una moderata ripresa della crescita trimestrale del Pil, trainata principalmente dai servizi» anche se va segnalato come «nell’indagine Istat di marzo le aspettative delle imprese manifatturiere su ordinativi e produzione sono nettamente peggiorate, il che segnala rischi al ribasso per il secondo trimestre». Da ultimo, sono “solo” 5 miliardi di euro le risorse rimaste per garantire nuovi aiuti all’economia: in tutto i numeri del Def registrano 9 miliardi di spazio ancora in deficit, di cui però 4,5 sono già stati usati per i due Decreti Energia. Il debito pubblico italiano si attesta al 150,8%: «Per quest’anno è previsto poi in calo di 4 punti, al 146,8%, per scendere al 145% nel 2023, al 143,2% nel 2024 e al 141,2% nel 2025». Nel Def viene elencato anche l’eventuale impatto sul Pil italiano qualora la Russia bloccasse realmente l’export di gas e petrolio fino a fine 2023: «i prezzi energetici salirebbero con un impatto sul Pil di 0,8 punti percentuali nel 2022 e 1,1 punti nel 2023. E l’occupazione calerebbe di 0,6 punti quest’anno e 0,7 nel 2023». Se però lo scenario fosse ancora peggiore, ovvero se il Governo non riuscisse a garantire un approvvigionamento diversificato rispetto alle forniture russe – considerando anche «la quota parte di consumi di gas da razionare» – l’impatto sul Pil sarebbe «2,3 punti nel 2022 e 1,9 nel 2023. L’occupazione sarebbe più bassa di 1,3 punti quest’anno e 1,2 nel 2023». Qui l’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri numero 71 a Palazzo Chigi, convocato alle ore 17.30,
DRAGHI ANTICIPA IL DEF: OGGI CDM E CONFERENZA STAMPA
Niente 4,7%, il 6% è ormai un sogno, si cerca di chiudere appena sotto il 3%: è questo il nuovo obiettivo del Pil italiano nel Def – Documento di Economia e Finanza – in arrivo questo pomeriggio in Consiglio dei Ministri.
Il Premier Mario Draghi ha deciso di anticipare i tempi e provare a chiudere già oggi – e non domani, come inizialmente previsto – la “partita” del Def in Cdm per poter poi puntare alle prime discussioni in Parlamento già dal prossimo 11 aprile. Secondo le fonti di Palazzo Chigi, la riunione della Cabina di regia preseduta da Draghi e dal Ministro dell’Economia Daniele Franco dovrebbe tenersi alle 15.30: a seguire, attorno alle ore 17, la convocazione del Consiglio dei Ministri. Secondo quanto poi filtrato sempre da fonti di Governo, una volta approvato il Def in Cdm, Draghi e Franco illustreranno i contenuti del Documento da inviare a Bruxelles in conferenza stampa, nella ormai consueta Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Tutto ovviamente se dalla Cabina di regia uscirà un accordo compatto tra i partiti maggioranza che già nelle scorse ore lamentavano da più parti di non aver ricevuto ancora praticamente nulla dei contenuti della bozza Def.
LA BOZZA DEL DEF: PIL ‘DI GUERRA’ SOTTO IL 3%, CI SARÀ SCOSTAMENTO DI BILANCIO?
Come noto, il Documento di Economia e Finanza riguarda il “piano di spese” previste per l’anno corrente: tra guerra in Ucraina, incertezze sul futuro del Covid e macro-crisi energetica, le spese che si appresta a dover inquadrare il Governo Draghi non saranno affatto semplici. Per questo nella bozza del Def che circola in queste ore, anticipata dalla sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, viene abbassata la stima del Pil italiano per il 2022 rispetto a quanto precedentemente inserito nella Nadef (Nota sul Def, ndr) di settembre: niente più crescita al 4,7% dopo l’exploit di fine anno (6,1% sul 2021), piuttosto «Per la guerra e la crisi energetica, il Def taglierà le stime del Pil 2022 portandole un po’ sotto al 3%», spiega l’esponente LeU vice di Franco.
Le nuove misure si concentreranno, conclude Guerra a Rai News24, «soprattutto sulle imprese più colpite dall’aumento dei prezzi e dalla carenza di materie prime, sia energetiche che in altri campi». È previsto infine un sostegno delle fasce più deboli della popolazione: per questi interventi sono già stati destinati circa 16 miliardi di euro, annuncia il Ministero di Economia e Finanza. Alle anticipazioni della sottosegretaria si è poi aggiunto il commento del responsabile economico del Pd Antonio Misiani, primo ad “aprire” nel Governo all’invito giunto da M5s e Lega su un nuovo scostamento di bilancio per poter star dietro alle nuove spese dei prossimi mesi. «Lo scostamento non può essere un tabù: se necessario deve essere deciso», ha detto Misiani. Draghi è “tirato per la giacchetta” in queste ore proprio per poter eventualmente coprire, con un nuovo decreto legge da 15-20 miliardi di euro, le spese su carburante, bollette e settori più in difficoltà (come richiesto anche da Confindustria in vista dell’estate). La frenata del Pil, cominciata purtroppo ben prima della guerra, determina – secondo il focus sul Def di “Linkiesta” – anche un inasprimento della pressione fiscale: secondo il “Corriere della Sera”, la riforma del fisco dovrebbe mettere un freno alla pressione di tasse più alta dal 2014 ad oggi (51,8% nel quarto trimestre 2021). Anche in quel caso però le liti interne alla maggioranza non pongono al momento uno sviluppo chiaro di come si evolverà la partita fiscale: sul Def Draghi con Franco proveranno a trovare una quadra già dalla Cabina di regia di questo pomeriggio. L’obiettivo è quello di mantenere invariato l’obiettivo del deficit al 5,6%, come indicato dalla Nadef, così come il debito fermo al 150%: non sarà facile visto che con gli ultimi due Decreti Energia (circa 5miliardi in tutto) hanno quasi esaurito le “riserve” di Pil rimaste dalla Manovra. Secondo “Il Sole 24 ore” mancano solo 3-4 miliardi di euro da poter spendere per tutte le misure di aiuto e sostegno a imprese-famiglie: tecnicamente impossibile sostenere con questa mini-riserva un impegno così ampio. Da qui la discussione sul possibile scostamento di bilancio, con la pressione però di Bruxelles che osserva il debito italiano con molta attenzione, specie in piena crisi geoopolitico-economica in atto.