La nota di aggiornamento al Def ottiene il via libera alla Camera, ma quanta fatica ha dovuto “sudare” il Governo Pd-M5s-LeU-Renzi per vedere approvato il pacchetto di norme e costi che andranno a costituire la Manovra di Bilancio. Non ci sarà l’assegno unico per i figli, vi sarà un “decreto clima” con nuovi ecobonous su auto e moto (ma il M5s ha già annunciato di volerlo modificare nelle prossime settimane) e verrà impedito all’Iva di aumentare, almeno a livello generale (si studiano invece norme specifiche con decreti attuativi per “rimodulazione Iva” per alcune fasce di cittadini): questo il contenuto di quanto andrà poi discusso al Mef e tra i tecnici del Governo, ma a preoccupare il Premier Conte, Zingaretti e Di Maio è la tenuta stessa dell’esecutivo. Entrando nei mesi decisivi della Manovra, dove il voto in Aula sarà frequente e dove probabilmente il ricorso alla fiducia sarà necessario, vedere il Governo soffrire alla Camera dove “in teoria” dovrebbe vivere sonni tranquilli a dispetto del Senato fa ovviamente un certo effetto. 14 “assenti non giustificati” tra il M5s, 5 in quelle del Pd, uno di LeU e uno di Italia Viva: alla fine il Def passa per soli 3 voti di distanza con l’opposizione che urla al Governo “riflettete bene per i prossimi mesi”. La votazione sullo scostamento di bilancio prevedeva la maggioranza assoluta di 316 voti e i sì sono stati solo 319, tre oltre la soglia.
DEF PASSA, IL GOVERNO SOFFRE: LEGA “ELEZIONI”
Secondo i tabulati riportati dal Messaggero, a mancare all’appello nel giorno importante della votazione sulla nota di aggiornamento al Def sono soprattutto i deputati grillini ad aver “tappato”: Nicola Acunzo, Stefania Ascari, Emilio Carelli, Claudio Cominardi, Sebastiano Cubeddu, Rina De Lorenzo, Massimiliano De Toma, Caterina Licatini, Antonio Lombardo, Stefania Mammi’, Nicola Provenza, Giulia Sarti, Rosa Alba Testamento, Simone Valente sono i parlamentari del M5s ad essere risultati assenti. Per il Pd invece non risultavano in Aula Micaela Campana, Paolo Gentiloni, Antonella Incerti, Francesca La Marca, Beatrice Lorenzin, anche se i dem spiegano che erano tutti «assenti giustificati», mentre per LeU mancava Michela Rostan e per Italia Viva Nicola Carè. Secondo quanto riportato dal M5s, la maggiorparte degli assenti è dovuta a malattie o motivi non legati al “dissenso” contro il Governo, eppure Di Maio e Conte non sorridono di certo per una situazione di assoluta fragilità con la quale dovrò convivere il Conte-bis nei suoi prossimi mesi/anni di vita parlamentare. I deputati della Lega hanno poi urlato in coro “elezioni, elezioni” durante l’intervengo sulla Nadef di Marialuisa Faro (M5s), con il vicepresidente del Senato Rosato che ha dovuto sospendere la seduta per diversi minuti.