DEJAN SAVICEVIC, 1200 KM IN AUTO PER BERLUSCONI
Ieri si sono svolti i funerali di Silvio Berlusconi: tantissimi ovviamente i personaggi famosi e pubblici che hanno presenziato, molti di loro legati al Cavaliere dalla sua lunghissima esperienza nel mondo del calcio. Tra questi, Dejan Savicevic: uno dei calciatori che Berlusconi ha maggiormente amato, sei stagioni nel Milan in cui ha vinto sostanzialmente tutto. Il montenegrino ha raccontato alla Gazzetta dello Sport in che modo ha raggiunto Milano per essere presente ai funerali: in auto, da Podgorica. Un viaggio di 1200 chilometri: “Ho parlato con Daniele Massaro, gli ho detto che avrei preso un aereo alle 11” ha detto Savicevic.
Il quale, tuttavia, si è sentito rispondere dall’ex compagno rossonero come i funerali di Stato avrebbero potuto generare qualche problema e restrizione. Così, quando finalmente Savicevic è stato richiamato, ha scelto di prendere la macchina, mettersi alla guida e raggiungere l’Italia e Milano, percorrendo 1200 chilometri in auto. “Berlusconi è stato un secondo padre per me” ha detto il Genio, che ha sottolineato di essersi sentito voluto bene, stimato e difeso dal Cavaliere. “Ho fatto delle cazzate, ma lui sistemava tutto e mi diceva di stare tranquillo e portare pazienza”.
SAVICEVIC, IL MILAN E BERLUSCONI
Un legame forte, quello di Dejan Savicevic con il Milan e Silvio Berlusconi: quello era il periodo in cui il presidente rossonero era solito – o comunque è successo qualche volta – acquistare calciatori che lo impressionavano giocando contro la sua squadra. Savicevic uno di questi, nel famoso incrocio di Coppa dei Campioni: la Stella Rossa all’epoca era una superpotenza che si era laureata campione d’Europa nel 1991, Savicevic uno dei suoi grandi trascinatori. Il matrimonio si è consumato nel 1992: il Genio non ha mai nascosto di aver faticato a entrare in sintonia con Fabio Capello (allora allenatore del Milan), ma anche che Berlusconi, appunto, gli è stato spesso vicino.
Passati i sei mesi in cui il montenegrino desiderava tornare in patria, le cose sono cambiate. Dopo sei stagioni, il Genio è tornato alla Stella Rossa con un bagaglio di 44 gol in 134 partite e la vittoria di tre scudetti, tre Supercoppe Italiane, una Champions League (nella cui finale contro il Barcellona Savicevic è stato devastante, segnando anche un gol capolavoro) e una Supercoppa Europea, venendo anche nominato – nel 1995 – calciatore jugoslavo dell’anno. I tifosi sono ancora oggi pazzi di lui, lui del Milan e di Berlusconi: non si fanno 1200 chilometri in auto per chiunque, il Genio lo ha fatto per il suo ex presidente.