Il suo nome è legato a doppio filo alla tragedia che gli ha sconvolto la vita: Pietro Mattei, 77 anni, marito della contessa Alberica Filo della Torre, uccisa il 10 luglio del 1991 nella sua villa in quello che sarebbe passato alla storia come il delitto dell’Olgiata, è morto in seguito ad un ictus. Lo ha confidato al Corriere della Sera una fonte vicina alla famiglia, che aveva invece deciso di tenere un basso profilo dopo il clamore che per anni aveva invaso l’esistenza di tutti i suoi componenti. Costruttore e immobiliarista, proprio Pietro Mattei fu decisivo per risolvere uno dei gialli più controversi della storia romana: la splendida contessa che il giorno del suo decimo anniversario di matrimonio, mentre è intenta ad organizzare il banchetto per il ricevimento che avrebbe dovuto tenersi in serata, viene tramortita con uno zoccolo di legno e poi strangolata. Chi ha voluto la morte della contessa? Per anni si indaga sui capitali di famiglia alla ricerca di un movente tale da giustificare il delitto. Una persona vicina parla per questo motivo, in relazione a Mattei, del “dolore delle voci incontrollate e delle insinuazioni”. Ma alla fine la verità viene a galla: ad uccidere la contessa è stato Manuel Winston, cameriere filippino ed ex dipendente nella villa, che aveva rubato i gioielli della contessa, per un valore di centinaia di milioni di lire.



DELITTO DELL’OLGIATA, MORTO PIETRO MATTEI

La persona vicina a Pietro Mattei che parla con il Corriere della Sera racconta: “Se ne va la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto. Pietro ha combattuto contro tante falsità e alla fine ha vinto. Pace all’anima sua”. Perché si dice che a vincere fu Mattei? Perché furono proprio i suoi legali, nel 2007, a presentare istanza facendo sì che il magistrato titolare dell’inchiesta-bis, Francesca Loy, individuasse e arrestasse l’assassino. Ad incastrare il domestico fu la richiesta di ulteriori analisi del Dna alla luce delle nuove tecniche investigative, in particolare su due reperti: l’orologio da polso e il lenzuolo utilizzato per strangolare la povera Alberica Filo della Torre. Il filippino, messo sotto torchio, confessò tutto nel 2011. Come scrive Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera, “la condanna in primo grado a 16 anni è stata confermata nei successivi gradi di giudizio, e da qualche tempo – secondo indiscrezioni filtrate in queste ore, proprio ai funerali di Mattei – il killer della contessa starebbe usufruendo di benefici per buona condotta o altro”. E dire che alla verità si sarebbe potuti arrivare molto prima, se solo la Procura non avesse omesso di ascoltare la registrazione di una telefonata in cui Manuel Winston parlava con un ricettatore poiché intenzionato a guadagnare dalla vendita della refurtiva dell’Olgiata. Ma alla fine, quel che conta, è il dolore reso forse almeno un po’ più sopportabile dalla “immensa soddisfazione” provata da Pietro Mattei per averlo risolto lui il giallo dell’uccisione della moglie. I suoi funerali, in forma privata, sono stati celebrati nella chiesa Cristo Re.

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