Storie Italiane torna anche oggi sul caso di Garlasco, e in collegamento vi erano gli avvocati di Alberto Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis. Collegato anche Marzio Capra, genetista e consulente della famiglia Poggi, che è stato il primo che ha preso la parola, ripercorrendo le tappe del processo di 18 anni fa: “Sul dna nuovo non posso dire nulla perchè non sono state messe a disposizione alcuna documentazioni.
Le unghie di Chiara Poggi erano già state tamponate e su questi campioni erano stati effettuati degli esami classici di dna e avevano mostrato solo il profilo della ragazza. E’ stato effettuato un tentativo di individuare presenze minimali di materiale organico maschile e questo accertamento aveva portato un esito negativo. Anni dopo avevamo fatto presente che non tutte le unghie erano state esaminate, restavano dei frammenti e poi bisognava anche analizzare una struttura pelliffera”.
E ancora: “Era stata poi disposta una ulteriore perizia in cui si è deciso di ripulire l’intera superficie del margine ungueale e poi il materiale è stato raccolto per evitare di disperderlo. Sono state poi effettuate due analisi del dna ed è emerso un profilo genetico solo femminile, perfettamente uguale con quello precedente, c’era solo il materiale biologico della stessa. In seguito è stato scoperto un dna leggero, degradato e non particolarmente interessante, quindi una terza replica di dna che non ha portato a nulla di rilevante”.
De Rensis ha quindi preso la parola spiegando che: “Nonostante si parli di settimo tentativo di difesa, nonostante si parli di 40 giudici, nonostante siano 18 e poco più di quelli che hanno assolto Stasi, volevo dire che ci sono gli strumenti per agire contro la Procura se si pensa che non si stia agendo nel modo migliore, bisogna agire nelle sede adeguate”.
DELITTO GARLASCO, LO “SCONTRO” FRA BOCELLARI E CAPRA
L’avvocato Giada Bocellari, in merito alla ricostruzione del dottor Capra, ha invece spiegato: “Tutto perfetto salvo un piccolo particolare, fra la seconda e la terza replica c’è stata una convocazione ufficiale di Stasi a Genova per prelare il suo dna: perchè venne confrontato il dna di Stasi con quello delle unghie di Chiara Poggi se in realtà non era così buono?”. Il dottor Capra risponde: “Non c’era un profilo chiaro e inconfutabile, quindi bisognava reiterare gli accertamenti”, ma l’avvocato non ci sta: “Il dottor De Stefano dice altro in una email”.
Capra replica: “Io so quello che era stato deciso, so che Stasi era stato convocato prima della fine delle repliche, ma la difesa volle aspettare tutti gli accertamenti e a questa richiesta è stato dato pieno accordo, quindi si è deciso di posticipare il prelievo di Stasi. Questa è la realtà di come si è sviluppato tutto quanto”. Insomma uno scontro fra accusa e difesa sul dna, che va avanti ormai da 18 anni.
DELITTO GARLASCO, L’AVVOCATO DE RENSIS: “IL PROFESSOR REVER…”
De Rensis ha aggiunto: “Il professor Rever che è come un attore che ha vinto 4 Oscar nel suo campo, riceve venti richieste di collaborazioni al giorno e lui decide quale caso scegliere e il nostro l’ha esaminato in maniera anonima, non sa chi sia Sempio e Stasi. Il dottor Ricci lavora con tutte le procure d’Italia, il professor Previderè, sappiamo tutti chi è… quindi riferendomi al dottor Capra io non vedo l’ora che lui possa confrontarsi non con due avvocati come noi che non abbiamo campo in materia, ma con due bravi periti dopo di che si analizzerà. Il professor Rever non ha bisogno di noi perchè è conosciuto in tutto il mondo”.
E ancora: “Io non parlo da anni con persone della procura e il dottor Previderè non l’ho mai visto in faccia, quindi vorrei tranquillizzare la parte civile che noi siamo spettatori, adesso vediamo cosa succederà. Non bisogna avere paura di questa indagine ma se c’è qualcosa che la procura di sbagliato fa non lo si dicano ai giornalisti”. Il dottor Capra aggiunge: “Io temo che gli esperti che hanno effettuato il loro parere l’abbiano dato su dati parziali, io forse sono l’unico che ha seguito tutto il caso e ritengo che i colleghi abbiano fatto un’analisi parziale”.
De Rensis: “Io immagino che il procuratore capo abbia detto al proprio consulente: prof Previderè la mettiamo nel cestino o procediamo? E non dico null’altro”. La sensazione, come ripetuto da molti esperti e addetti ai lavori, è che se la procura sia arrivata a riaprire il caso abbia diversi elementi in mano, al di là dell’eventuale test del dna in comparazione con Andrea Sempio: come dice l’avvocato De Rensis, aspettiamo di vedere quello che succederà, appuntamento alle prossime novità.