Nuove ombre intorno al delitto di Garlasco dopo la riapertura del caso con l’indagine a carico di Andrea Sempio (la cui posizione fu archiviata nel 2017). Secondo quanto emerso nelle ultime ore, una parte delle attenzioni investigative si starebbe concentrando su presunti suicidi e morti sospette registrati nella stessa città del Pavese dopo il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio Chiara Poggi.
Si parla di almeno 8 decessi di giovani che si sarebbero suicidati in circostanze non del tutto chiarite e, in particolare, della strana fine di un 88enne liquidata anch’essa coma suicidio.
La vittima in questione, Giovanni Ferri, secondo una recente ipotesi potrebbe essere stata a conoscenza di informazioni sull’omicidio di ChiaraPoggi e fu ritrovato senza vita il 23 novembre 2010 in via Mulino (a poco più di un chilometro dal teatro del delitto della 26enne, via Pascoli).
Il cadavere dell’uomo si trovava in un luogo singolare, una intercapedine di appena 50 centimetri lungo la strada, e in condizioni non propriamente riconducibili ad un gesto volontario: gola e polsi tagliati, intorno nessuna lama.
La vicenda fu archiviata, ma resta il mistero sulla possibilità che sapesse qualcosa di importante in merito all’omicidio di Chiara Poggi (scenario che sarebbe alimentato da alcune “voci di paese”).
A questa morte dai contorni sospetti si sommerebbe la paura che avrebbe impedito ad alcuni presunti supertestimoni di parlare (almeno due, l’ultimo dei quali uscito allo scoperto solo pochi giorni fa a 18 anni dal delitto di Garlasco) e di far mettere a verbale ciò che avrebbero visto o appreso proprio sull’uccisione della ragazza.
Omicidio Chiara Poggi, la famiglia potrà nominare dei propri consulenti nel procedimento a carico di Andrea Sempio
I riflettori del giallo puntano quindi anche in direzione di questi strani casi collaterali, avvenuti dopo il delitto di Garlasco. Nel frattempo, il procedimento a carico di Andrea Sempio – attuale indagato per omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi (fidanzato di Chiara Poggi condannato in via definitiva a 16 anni) – prosegue sul binario portante della nuova inchiesta coordinata dalla Procura e di Pavia.
La famiglia della vittima potrà nominare propri consulenti in vista degli accertamenti irripetibili quali gli esami sul Dna prelevato coattivamente al 37enne per una comparazione, a 18 anni dai fatti, con il profilo maschile isolato sulle unghie della stessa.
Secondo la consulenza disposta dai pm che indagano su Sempio da mesi, a firma del noto genetista Carlo Previderè, sarebbe già chiaro un risultato cristallizzabile in sede di incidente probatorio: “Il Dna appartiene certamente all’attuale indagato” e non c’è traccia di Alberto Stasi.
Per la difesa di Sempio, quel deposito genetico sarebbe stato “mediato” dall’uso condiviso della tastiera del pc di casa Poggi che all’epoca la 26enne aveva in camera sua e al quale, come confermato dai familiari, il fratello Marco Poggi e lo stesso Sempio (amici dai tempi delle medie) avrebbero avuto libero accesso per dilettarsi con i videogiochi.
I genitori e il fratello di Chiara Poggi si sono costituiti “persone offese dal reato” nel nuovo procedimento in corso e, come riportato dall’ANSA e sottolineato dai loro avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, sono convinti che la posizione di Andrea Sempio (del quale non avrebbero mai dubitato) verra presto definita grazie a “tutti i dati probatori emersi nel processo che ha portato alla definitiva condanna di Alberto Stasi per il delitto di Chiara Poggi che ha commesso“.