L’omicidio di Eleonora Scroppo è al centro della terza puntata di Detectives – Casi risolti e irrisolti, il programma in onda nella seconda serata di oggi su Rai2 e condotto da Giuseppe Rinaldi. Questa sera sarà dedicato ampio spazio ad un cold case che a distanza di oltre 20 anni non trova ancora una soluzione. Le forze dell’ordine sono ancora convinte che qualcuno, all’epoca, decise di non parlare e per questo confidano nella riapertura del caso che segnò la cronaca nera di Roma.



Tutto ha inizio il 9 ottobre 1998 in una villetta a schiera di via Due Ponti, nei pressi della Cassia. Marito, moglie e figlio sono a tavola in procinto di cenare, mentre il figlio maggiore è in piscina. I due coniugi, entrambi assicuratori, stanno guardando il Tg quando all’improvviso si scatena l’inferno: dal giardino arriva una pioggia di proiettili che dalla finestra si introducono in casa colpendo qualunque cosa, dalle pareti ai mobili. Padre e figlio riescono a mettersi in salvo, mentre la donna, Eleonora Scroppo, resterà vittima di quei colpi esplosi da una mano anonima. Dei sette spari, due colpiscono l donna – uno alla clavicola e l’altro al collo – uccidendola. Da quella sera sono trascorsi oltre 20 anni ma ancora non si riesce a comprendere chi abbia commesso l’atroce delitto che mirava a sterminare un’intera famiglia.



ELEONORA SCROPPO, LE INDAGINI DOPO L’OMICIDIO

Nel corso delle indagini sull’omicidio di Eleonora Scroppo, come rammenta Fanpage.it, il marito Stefano Ciampini dichiarò: “Per un istante ho pensato che fosse esplosa la bottiglia d’acqua, poi ho visto mia moglie accasciarsi. Sembrava un film”. Sin dai primi istanti il caso si rivelò molto complesso e proprio i familiari furono i primi a finire nel mirino degli investigatori. Tra le piste che si rivelarono infondate, anche quella della presunta ritorsione per questioni di stupefacenti legate ai figli. Anche la vita lavorativa di marito e moglie sarebbe stata passata al setaccio ma anche le ipotesi di minacce sul lavoro sarebbero sfumate. Nessun amante all’orizzonte nè screzi in famiglia ma una sola certezza: il killer conosceva molto bene le loro abitudini e conosceva la zona. Gli inquirenti hanno sempre creduto infatti che l’obiettivo fosse tutta la famiglia ma per quattro lunghi anni non ci fu mai alcuna pista certa. Solo nel 2002 arrivò il primo colpo di scena, quando cioè l’attenzione degli inquirenti si spostò su un vicino di casa, un attore cinematografico con cui i rapporti non erano rosei.



NESSUN COLPEVOLE DOPO OLTRE 20 ANNI

Il marito della vittima, Stefano Ciampini, manifestò sin da subito dei sospetti sulla presunta colpevolezza del vicino di casa che, a suo dire, non vedeva affatto di buon occhio la loro famiglia. Il vicino accusava la famiglia di Eleonora di essere troppo rumorosi sia perché erano proprietari di quattro villette su sei nel comprensorio ma anche perché avevano sempre la meglio nelle questioni condominiali. Inizialmente indagato, la posizione dell’attore fu successivamente archiviata. Questo accadde anche se per quella sera non riuscì a fornire un alibi. Durante l’interrogatorio raccontò infatti che era andato a prelevare dei soldi al bancomat ma dell’operazione non vi fu mai alcuna traccia. Si giustificò asserendo di aver cambiato idea e di essere poi tornato a casa. Nonostante i dubbi l’uomo non fu mai formalmente accusato. Il delitto di Eleonora Scroppo, quindi, rimase sempre senza un colpevole mentre la sua famiglia ancora oggi cerca giustizia.