A Storie Italiane il caso di Elisa Clips, il delitto della povera 17enne il cui cadavere è stato rinvenuto nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza a marzo del 2010. Il fratello Gildo è stato intervistato stamane dal programma Storie Italiane in occasione di una camminata che si terrà quest’oggi a Potenza, a 30 anni dalla sua sparizione. “Si sente il peso di questi trent’anni lotta – ha raccontato in diretta tv proprio il fratello di Elisa Claps – alla ricerca della verità, è stato un cammino difficile, accidentato e spesso difficoltoso ma oggi è innanzitutto la giornata della memoria di Elisa, la riportiamo alla luce dopo trent’anni che è stata relegata in quel sottotetto. Questo è solo uno delle tante iniziative di questa giornata. E’ fondamentale questo passaggio per un atto di riappacificazione con una città che è rimasta ferita da questa vicenda”.
Il fratello di Elisa Claps ha proseguito parlando dei numerosi misteri che ancora aleggiano sulla vicenda: “Le ombre su questa vicenda restano tante, le abbiamo evidenziate in questi anni, lo abbiamo denunciato all’alba del ritrovamento del corpo visto che è parso evidente che non poteva essere quello il primo ritrovamento, quello del 17 marzo del 2010. Attendono ancora risposte alcuni passaggi dell’allora magistrato che conduceva le indagini, come gli abiti, i tabulati telefonici… le domande sono tante ma non c’è più in piedi alcuna indagine”.
DELITTO ELISA CLAPS: “AVEVAMO CHIESTO DELLE SCUSE MA…”
Quindi il fratello di Elisa Claps ha concluso: “Ciò che chiediamo è la restituzione in qualche misura della verità al di là di quella giudiziaria, la verità manca in questi anni e che è mancata dai tanti silenzi”.
E ancora: “Volevamo chiudere questa pagina dolorosissima, avevamo chiesto semplicemente un’assunzione di responsabilità da parte del clero potentino per il passato, gli anni prima del ritrovamento e poi per i mesi seguenti, troppe bugie e troppe menzogne, che chiedessero scuse, ma invece c’è stata l’arroganza di aprire la chiesa, in silenzio, come ladri di memoria e di verità. Io credo che sia paradossale che la chiesa resti aperto in quel modo. Magari si potrebbe aprire un centro anti violenza per ragazze, sarebbe stato un gesto straordinario”. La mamma di Elisa Claps, sempre a Storie Italiane, ha specificato: “Per me il perdono non esiste proprio, a me non lo ha chiesto nessuno”.