IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA ANDREA DELMASTRO INDAGATO A ROMA
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove è ufficialmente indagato dalla Procura di Roma per rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio nell’ambito del caso politico di Alfredo Cospito: l’indagine è stata aperta dopo l’esposto presentato dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, in relazione all’intervento in Aula alla Camera dello scorso 31 gennaio 2023 del deputato e coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. Dopo la “rissa” verbale avvenuta a Montecitorio tra FdI e Pd e le successive accuse delle opposizioni a Delmastro per un presunto utilizzo di materiale “classificato” per motivi politici, ora la Procura di Roma compie il primo atto formale aprendo indagine sul conto dell’esponente di Fratelli d’Italia e n.2 del Ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Come rivelano fonti della Procura all’ANSA, Delmastro potrebbe essere ascoltato già domani dagli inquirenti che hanno aperto il fascicolo per verificare la posizione del sottosegretario alla Giustizia in merito all’esposto di Bonelli. Nel documento di accusa formalizzato ora dai pm romani, si fa riferimento alle conversazioni in carcere tra il leader anarchico insurrezionalista – in sciopero della fame da mesi contro il regime 41bis e ora ricoverato (in buone condizioni) al reparto di penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano – Alfredo Cospito, un esponente della ‘ndrangheta e uno della Camorra avvenute tra dicembre e gennaio in carcere a Sassari (poi riferite negli scorsi giorni alla Camera). «Spiace che a fare chiarezza sulla vicenda di Donzelli e Delmastro non sia stato il ministero della Giustizia ma sia l’autorità giudiziaria che sulla base dell’esposto che ho presentato il 2 febbraio alla Procura della Repubblica di Roma oggi avrebbe indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio il sottosegretario Delmastro», dice Angelo Bonelli all’Adnkronos, «La risposta che il ministero della Giustizia mi ha fornito pochi giorni fa è un vero e proprio boomerang – conclude – perché nelle intenzioni del ministro Nordio c’era una chiara volontà di difendere e salvaguardare politicamente Donzelli e Delmastro che irresponsabilmente avevano diffuso atti del Dap riservati».
DELMASTRO-DONZELLI E IL CASO COSPITO: COSA È SUCCESSO IN AULA E LA RISPOSTA DEL MINISTRO NORDIO
La vicenda giunta fino alla notizia di Delmastro indagato prende inizio proprio il 31 dicembre con la discussione alla Camera sul caso Cospito, quando prese parola il deputato Donzelli, coinquilino e amico del sottosegretario alla Giustizia: nel confermare la netta posizione contro la revoca del 41bis, il coordinatore nazionale FdI in Aula cita i colloqui tra Cospito e alcuni mafiosi al 41bis oltre che informare della visita di 4 parlamentari Pd allo stesso leader anarchico nel gennaio 2023. Secondo le opposizioni, alzatesi in forte reazione alle parole di Donzelli, le prove di questi colloqui tra Cospito e i condannati sarebbero in alcune intercettazioni trascritte in documenti riservati e non a disposizione dei parlamentari. Come spiegato dallo stesso Donzelli, quei documenti sono stati raccontati a lui da Delmastro in quanto sottosegretario alla Giustizia con delega al DAP: ora però i pm indagano su di lui pensando abbia commesso reato di diffusione e rivelazione di segreto d’ufficio.
Lo scorso 1 febbraio era stato lo stesso Delmastro a spiegare come si sarebbero svolti i fatti: «Le informazioni date a Giovanni Donzelli su Alfredo Cospito e altri due detenuti al 41bis erano contenute in una relazione del Dap, fatta per dare la possibilità al governo di fare le scelte più opportune. Se me le avesse chieste Giachetti, avrei fatto lo stesso, le avrei date a lui come a Donzelli, trattandosi di un documento non secretato. Se il Parlamento chiede al governo delle cose, il governo risponde. Si tratta di atti presenti legittimamente al ministero di via Arenula». Nell’informativa resa ieri al Parlamento dal Ministro Nordio è stato spiegato dall’ex magistrato che nel caso Delmastro-Cospito-Donzelli non vi è stato alcuna rivelazione di segreto d’ufficio in quanto quei documenti non erano classificati: «La dicitura limitata divulgazione rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classificazioni di segretezza ed è inidonea a connotare il documento trasmesso come atto classificato».