Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nel primo venerdì di Quaresima, di fronte alle centinaia di persone che si sono radunate al Duomo, ha ribadito il “no” alla guerra in Ucraina della Chiesa. “Davanti alla croce preghiamo e digiuniamo per la pace”, questa la sua proposta ai fedeli come riportato da Avvenire.



“Noi siamo di quelli che non ritengono di non contare, di non valere niente, di essere un frammento di niente in un universo insignificante, perché crediamo in Dio. Noi siamo di quelli che non si rassegnano, perché noi crediamo in Dio. Noi siamo di quelli che non ritengono che il cuore umano, neppure il cuore dei criminali e dei cattivi, sia un cuore di pietra che non può cambiare, perché crediamo in Dio. Noi siamo di quelli che hanno una risorsa inesauribile di fiducia, perché crediamo in Dio”, così va avanti il messaggio dell’arcivescovo alla sua comunità, con l’obiettivo di spingerla a non rassegnarsi ad un conflitto che ha portato a migliaia di morti.



Delpini, arcivescovo Milano: il messaggio per la pace

È al cospetto della reliquia della Santa Croce situata sull’altare maggiore che i fedeli si sono uniti a pregare insieme a monsignor Mario Delpini. Noi siamo di quelli che di fronte ai problemi enormi dell’umanità, non dicono “e cosa posso farci io?”, no: noi siamo di quelli che credono in Dio. Noi siamo di quelli che non hanno paura di assumere la responsabilità che a loro compete, anche se li espone all’impopolarità, perché crediamo in Dio. Noi siamo di quelli che, anche di fronte alle minacce, persino alla minaccia di morte, non riteniamo che sia la minaccia più terribile, perché noi crediamo in Dio, e consideriamo la storia dei martiri”, ha incalzato ancora l’arcivescovo di Milano.



“Noi siamo di quelli che credono in Dio e perciò pregano. E teniamo fisso lo sguardo su Gesù – che adesso la croce ci ricorda – perché Gesù è la verità di Dio, del Dio in cui crediamo, e ci indica la via attraverso la quale si può dire una parola di salvezza efficace per tutta l’umanità. Ecco perché noi siamo qui a compiere questo gesto che non riteniamo inutile, e non riteniamo solo simbolico. Di fronte alla guerra, a tutte le guerre, è il nostro modo di dire: crediamo in Dio e perciò preghiamo per la pace”, ha concluso.