GLI INCONTRI DELL’ARCIVESCOVO MILANO DELPINI IN AZIENDA VERSO IL 1 MAGGIO
In vista della prossima festa dei lavoratori – come ogni 1 maggio giorno dedicato a San Giuseppe – l’arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini ha voluto visitare tre aziende nel Milanese per portare il messaggio del Vangelo sui luoghi della vita quotidiana. Accompagnato da don Nazario Costante, responsabile del Servizio per la Pastorale Sociale e il Lavoro, l’arcivescovo ha visitato tre aziende molto diverse tra loro: prima tappa alla Dorit, ditta di pasticceria fresca a Novate Milanese; poi l’azienda B. Braun Italia spa, ad Affori; infine, la terza visita alla Longoni di Sesto San Giovanni, azienda nel settore metalmeccanico a conduzione familiare.
«Chi lavora è anzitutto una persona e deve aver cura di tutte le dimensioni della persona, nella sua integralità», ha spiegato Mons. Delpini incontrando tanti lavoratori e pregando con alcuni di loro in maniera semplice e informale. «Tutti sentano il dovere di lavorare onestamente e seriamente», ha ribadito l’arcivescovo parlando anche con i dirigenti, «ma nessun lavoratore sia ridotto solo ad uno strumento per qualificare o rendere efficiente un’azienda». Allo stesso modo, è l’invito dell’arcivescovo di Milano, «il lavoro non è esser sequestrati a servizio di una produzione come purtroppo tanti devono fare, sia per le ore che devono impegnare ad andare e venire dal posto di lavoro, sia talvolta per i ritmi di lavoro, sia talvolta per le condizioni ambientali poco favorevoli».
MONS. DELPINI: “NON SIAMO SUPEREROI, FACCIAMOCI AIUTARE”
Con una piccola ma significativa nota personale sull’importanza anche pubblica della “festa del 1 maggio”, Mons. Delpini invita l’intero mondo del lavoro a riflettere sulle condizioni di tutti: parlando alla Dorit di Novate, il prelato rileva «il 1 maggio è giorno di manifestazioni, di concerti, di rivendicazioni, di giuste proteste per denunciare gli infortuni sui luoghi di lavoro». Tutto giusto, ma la Chiesa di Gesù – continua Delpini – «vuole in questi giorni che giunga una benedizione che significa attenzione all’ambiente di lavoro, alla qualità del lavoro che coinvolge la qualità della persone, permettendo che vi sia un giusto ritmo di vita e il necessario per sostenere la famiglia».
Citando le parole ancora dell’arcivescovo alla ditta Longoni, «il lavoratore è fatto di corpo e anima, di vita lavorativa e sociale, di tempi del lavoro e del riposo». Delpini invita tutti a rispettare il “buon vicinato” anche sul luogo di lavoro: «Voglio ricordare che ogni lavoratore, oltre a essere un professionista, è una persona nella sua interezza che vive nella complessità della vita di famiglia, del quartiere, della società oltre alla dimensione lavorativa – ha detto l’Arcivescovo -: è importante tutelare l’integrità dell’individuo in tutti i suoi aspetti, senza dimenticare di coltivare la dimensione spirituale che, talvolta, nell’affanno del lavoro quotidiano può andare smarrita. Il mio invito a voi è quello di vivere al meglio i rapporti lavorativi, coltivando le buone relazioni e l’arte del buon vicinato che arricchisce ogni rapporto umano». Facendosi sempre più vicino alle esigenze dei lavoratori nelle ditte milanesi incontrati, Delpini ricorda che «quando sentiamo il peso della vita, possiamo fare fronte non perché siamo più forti o perché siamo supereroi, ma perché ci appoggiamo a Gesù. Questo è anche il messaggio della pagina di Vangelo che abbiamo letto con l’incontro tra Gesù, Maria e l’indaffarata Marta. È importante lavorare, certo, ma lo è altrettanto trovare le ragioni per lavorare bene e insieme. La benedizione che invoco per voi è l’augurio che, sviluppando tutta la vostra creatività e competenza, si realizzi la crescita personale e professionale, ma con le buone ragioni per vivere bene qui e fuori di qui».