Delrio: “Il governo a Cutro? Occasione persa”
Graziano Delrio, sulle pagine de La Stampa, analizza la situazione politica, partendo dalla strage di Cutro e dal successivo comportamento del Governo. “Purtroppo la discesa del governo a Cutro è stata un’occasione persa, è mancato un gesto di attenzione e uno sguardo di compassione verso i familiari delle vittime, ciò che Mattarella ha interpretato a nome di tutti”. L’ex deputato del PD giudica come “pura propaganda il decreto del governo che non farà altro che ricacciare nella clandestinità migliaia di persone”.
Il decreto non convince l’ex ministro perché “L’inasprimento delle pene non era necessario, sono già molto alte, non c’è un vero cambio sui decreti flussi e c’è un arretramento sulla parte della protezione speciale umanitaria: quindi si ricaccia nella clandestinità moltissima gente. La propaganda della destra, secondo cui la sinistra faceva arrivare i migranti, è smentita dal moltiplicarsi degli arrivi. L’operazione Mare nostrum e i corridoi umanitari li abbiamo fatti noi e la destra non fa nessuna azione vera europea anche nei Paesi di provenienza”.
Delrio: “Schlein? Sbagliato non darle fiducia”
Sulle pagine de La Stampa, Graziano Delrio parla anche di Schlein, nuova segretaria del Partito Democratico e del suo comportamento tenuto in seguito al naufragio di Cutro: “Ha ben rappresentato il nostro desiderio di non girarci dall’altra parte. È stata lì in silenzio come il presidente Mattarella, trasmettendo quel senso di vicinanza che ogni comunità ha bisogno di sentire. È stata brava, seria e ho apprezzato”. Per l’ex ministro, “Sarebbe sbagliato non darle fiducia e sentirsi fuori dalla casa prima che lei faccia qualsiasi cosa. Solo i fatti diranno se farà bene o no”.
Riguardo il suo profilo così radicale, “I cattolici sono molto preoccupati ma ciò non si deve tradurre in sfiducia, bisogna dare una mano per mantenere la vocazione originaria del Pd come casa di tutti. E non ci fa paura più radicali nel difendere i deboli, sull’ecologia integrale di cui ha parlato il Papa, sull’economia sociale di mercato o sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese”.