Dalla nomina dei nuovi sottosegretari ai rapporti con la Lega, Graziano Delrio a tutto tondo ai microfoni di Un giorno da pecora. «Mi sembra siano persone che possono dare un contributo, ha scelto il premier Draghi e siamo fiduciosi che queste sue scelte siano per fare il meglio. Se piacciono tutti? Bisogna aspettare di vedere come lavorano, ci sono persone che hanno una certa esperienza ed altri che hanno fatto altre esperienze», ha esordito il capogruppo dem alla Camera.



Delrio si è poi soffermato sul Ministero degli Interni, con l’uscita del dem Mauri e l’ingresso del leghista Molteni: «Noi eravamo molto contenti se fosse stato confermato Mauri, che aveva fatto molto bene. E’ chiaro che con Molteni abbiamo opinioni molto diverse, ma la presenza del ministro Lamorgese ci rende molto tranquilli». «Draghi non ci ha aiutati in questo caso», la chiusa dello storico volto Pd.



DELRIO: “SALVINI HA FATTO UNA SCELTA RESPONSABILE”

Prosegue il dibattito all’interno della maggioranza sulle misure restrittive da adottare, questo il giudizio di Graziano Delrio: «La nostra posizione è chiarissima, ora il virus circola molto di più ed è pericoloso allentare restrizioni. La pandemia è molto pericolosa, abbiamo visto un incremento della curva e dobbiamo ascoltare la scienza. Dobbiamo seguire l’esempio degli altri Paesi che stanno continuando a mantenere restrizioni molto forti».

Delrio ha poi parlato del rapporto con la Lega di Matteo Salvini: «Ci mancava questa esperienza, le stiamo provando tutte. Non abbiamo ancora incominciato, ma in Parlamento il dialogo con la Lega non è stato difficile su alcuni temi. Molte volte sono persone molto concrete e pragmatiche. Se non ci sono opposizioni dialogiche non sarà difficile, altrimenti sarà molto complicato. Salvini il Renzi di Draghi? Non so, sarebbe molto sbagliato nella situazione in cui versa il Paese. Se mi fido di Salvini? Mi fido politicamente, lui ha fatto una scelta responsabile di non chiamarsi fuori, ha votato il programma di Draghi facendo un passo in avanti rispetto a prima».