Veronica Garbolino, la ragazza che ha denunciato il calciatore Demba Seck per revenge porn, è tornata a parlare del caso a Farwest. “Io voglio dire la mia verità e avere giustizia”, ha affermato. I fatti risalgono alla fine del 2022. I due avevano avuto una breve relazione e al momento della fine di quest’ultima, lei ha scoperto che l’ex era in possesso di alcuni video dei loro rapporti intimi. È così che si è rivolta alle forze dell’ordine. È stato appurato, attraverso il cellulare dell’attaccante, allora al Torino e oggi al Frosinone, che i filmati erano stati inviati ad amici, ma ciò non è stato sufficiente per evitare l’archiviazione del caso.



La vittima infatti ha accettato un accordo per un risarcimento di 10.000 euro, ma adesso se ne è pentita. Il motivo è da ricondurre al fatto che non era stata informata in merito alla diffusione del video. “Fin dal primo momento mi sono accorta che c’era qualcosa che non andava nel comportamento del pm. Io con lui ho avuto un dialogo nel suo ufficio, durante il quale sono stata scoraggiata dall’andare oltre e dallo richiedere il processo, perché sarebbe stato lungo e difficile. È strano che abbia voluto parlarmi in prima persona. Inoltre, mi disse che dovevo stare entro determinate cifre. Avrei dovuto decidere per me stessa, ma altre persone mi hanno condizionata. Si è arrivati in fretta alla decisione di chiudere la questione, con un po’ di pressione. Se avessi saputo la verità, avrei agito diversamente. Adesso è troppo tardi. Mi fa inca*zare”, ha raccontato.



Il ruolo del pm tifoso nel caso di Demba Seck

Il pm a cui Veronica Garbolino fa riferimento e che ha gestito il caso di revenge porn con Demba Seck protagonista fino all’archiviazione è Enzo Bucarelli, noto anche per essere un tifoso del Torino. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo nei mesi scorsi nei suoi confronti con le accuse di frode in processo penale e depistaggio, per avere non solo convinto la vittima a “non procedere” contro il calciatore ma anche cancellato materialmente i video prova dal cellulare di quest’ultimo al posto di procedere con il sequestro del dispositivo.



La ragazza dunque non potrà più cambiare la sua decisione in merito all’accordo per il risarcimento da parte del calciatore, ma può sperare che vengano emessi i giusti provvedimenti nei confronti del pubblico ministero.