Le malattie comunemente raggruppate sotto l’etichetta di “demenza” sono destinate, secondo uno studio fatto dallo University College di Londra, a raddoppiare la loro incidenza entro il 2040, colpendo circa 1,7 milioni di persone complessive. Si tratta, insomma, di un ulteriore aumento del 42% dell’incidenza stimata in passato per i prossimi anni, che a sua volta comporterà tutta un’altra serie di problemi, specialmente per il sistema sanitario nazionale.
Con il termine demenza, in generale, si indicano tutte una serie di patologie e sintomatologie scaturite dal danneggiamento delle cellule nervose del cervello, che vanno dalla confusione, alla perdita della capacità di parlare e della memoria, fino anche ai cambiamenti nel comportamento. La malattia più diffusa e comunemente associata all’etichetta è l’Alzheimer. Complessivamente, per la medicina, le malattie legate alla demenza rappresentano una delle principali sfide, al punto che dopo decenni di ricerca si è riusciti ad arrivare solamente ora allo sviluppo dei primi farmaci contro l’Alzheimer, attualmente in fase di test e che potrebbero essere disponibili non prima del 2040.
L’allarme sull’aumento dei casi di demenza in UK
Tornando allo studio londinese, però, l’università sottolinea che allo stato attuale tra Inghilterra e Galles circa 900mila persone sono affette da demenza. Da stime statistiche, invece, quel numero potrebbe raggiungere gli 1,2 milioni di casi entro il 2030, aumentando ulteriormente fino a 1,7 milioni nei 10 anni successivi. Dati elaborati partendo dall’analisi dei casi clinici di diversi pazienti inglesi tra i 50 e gli 80 anni, dal 2002 al 2019.
Già tra il 2008 e il 2016 si è assistito ad un aumento dei casi di demenza di circa il 25% a causa di una sorta di epidemia di obesità e diabete che si è registrata in quegli anni. Secondo lo studio, le cause principali dell’ulteriore aumento dei casi nei prossimi anni potrebbe essere legato agli stili di vita scorretti, tra fumo, alcool e obesità. “Questo”, ha spiegato il dottor Yuntao Chen, autore principale dello studio sulla demenza, “non solo avrà un effetto devastante sulla vita delle persone coinvolte, ma comporterà anche un onere notevolmente maggiore per l’assistenza sanitaria e sociale rispetto alle previsioni attuali”. James White, responsabile dell’Alzheimer’s Society, spiega invece che “una persona su tre nata oggi nel Regno Unito svilupperà questa patologia terminale”, sottolineando l’importanza di “un’assistenza sociale di qualità”.