Il generale Marco Bertolini, per anni alla guida del Comando operativo del vertice interforze, ha ragionato sul Giornale sulle guerre in corso nel mondo, tra Medio Oriente, Ucraina e Gaza, che ritiene in qualche modo alimentate, tutte, dai democratici USA. Non è, infatti, particolarmente sorpreso da questa deriva bellica, ed anzi ritiene che “già con Obama si fossero creati i presupposti per mettere la Russia con le spalle al muro”, citando quanto accaduto “in Nord Africa e poi in Siria”.



Con i democratici negli USA, insomma, secondo Bertolini si sono gettate le basi per le guerre, e specialmente per quella contro la Russia, e “se non fosse stato eletto Trump nel 2016, questa esplosione bellica l’avremmo vista quattro anni prima”. Ora come ora, la rielezione di Trump potrebbe cambiare i venti, perché darebbe “un segnale di discontinuità”, mettendo “un freno alla crescente tensione bellica internazionale”. Nella fattispecie delle guerre in corso, ragiona Bertolini, senza democratici al potere negli USA ed, in particolare, con Trump, cambierebbe tutto in Ucraina, dato che “non ha mai nascosto che tratterebbe subito la pace. E se la pace la vogliono gli Stati Uniti, i rapporti di forza cambiano”. Differentemente, per Gaza, “Trump è stato sempre molto esplicito nell’appoggio a Israele”.



Marco Bertolini: “Gli USA non riescono più a controllare Israele”

Passando oltre alle riflessioni sui democratici USA e sul loro ruolo nelle guerre in corso, il generale Bertolini dedica anche un paio di parole alla situazione a Gaza e a quella in Ucraina. Partendo dal Medio Oriente, sottolinea come gli Stati Uniti abbiano dimostrato di non essere “in grado di controllare Israele come una volta“. Netanyahu, tuttavia, “non fa comodo all’amministrazione Biden” che in campagna elettorale “deve tenere conto del sentimento della comunità musulmana”, ma una rottura tra le due potenze danneggerebbe entrambi.



L’Europa e l’Italia, invece, secondo Bertolini, “hanno usato tutte le loro possibili capacità di intervento”, mentre dal punto di vista israeliano, proseguire la guerra non potrà che “portare ad un’ostilità crescente. Dovrebbe venire a patti con i Paesi arabi, sospendere la politica della colonizzazione, lasciare i territori occupati”. Guardando, invece, alla situazione in Ucraina, secondo il generale Bertolini è certo che “la Russia non ha nessun interesse ad usare il nucleare“, ma vi fa leva solo per una questione di propaganda. L’unica soluzione, lì, è quella di “riconoscere il nemico e avviare un negoziato. Qualcuno avrà un po’ di più, qualcuno un po’ meno. In guerra”, conclude il generale, “non c’è il pareggio“.