La democrazia non se la passa bene, anzi le sue condizioni di “salute” sono in peggioramento. A stabilirlo è un sondaggio Ipsos effettuato in diversi Paesi, a partire dall’Italia, ma passando anche per Usa, Francia, Svezia, Croazia, Spagna, Polonia e Paesi Bassi. L’indagine, i cui dettagli sono riportati dal Corriere, è stata condotta a settembre ed è importante per regalare una foto dell’Occidente, evidenziando non sono le differenze, ma anche la necessità di riforme importanti. Infatti, il quadro che emerge è preoccupante e impone delle riflessioni.



In particolare, in Italia, Francia, Usa e Spagna, perché qui gli insoddisfatti sfiorano o superano il 50%, con un distacco di 20-30 punti con quelli soddisfatti. Se ci si sofferma sull’Italia, però, la situazione è stabile, perché siamo al 51% come l’anno scorso per quanto riguarda la platea di insoddisfatti, però crescono di tre punti percentuali coloro che sostengono di essere soddisfatti. Gli americani, che non si erano ancora recati nelle urne per le Elezioni Usa 2024, sono per metà insoddisfatti della democrazia, ma meno di prima, perché sono passati dal 56 al 50%, mentre i soddisfatti salgono al 22%.



OCCIDENTALI CHIEDONO RIFORME SISTEMICHE

I segnali sono positivi, invece, in Polonia, Paesi Bassi e Svezia. Quest’ultima è l’unico Paese dove ci sono più soddisfatti del funzionamento della democrazia, infatti sono il 68% degli intervistati. Ma il miglioramento maggiore è stato registrato in Polonia, dove si passa dal 34 al 43 per cento. L’insoddisfazione è accompagnata da un bisogno di riforme sistemiche per rendere la democrazia più “giusta” ed efficace. Infatti, prevale la convinzione che la qualità sia calata: in Francia, ad esempio, il 74% denuncia un peggioramento, in Italia il 45%, solo l’11% è soddisfatto della macchina democratica italiana.



Le cose vanno meglio a livello locale, nel senso che i cittadini si sentono rappresentati meglio nel proprio territorio, a livello comunale e al massimo regionale, meno sicuramente dal governo nazionale. Nel nostro caso, il 44% si sente rappresentato bene dalle istituzioni comunali, il 37% da quelle regionali, si scende al 31% per quanto riguarda il governo. Per quanto riguarda le istituzioni extra nazionali, la percezione migliora rispetto all’anno scorso. D’altra parte, sono più soddisfatti dell’Ue in Francia, Olanda e Polonia (50%), in Italia invece si scende al 39%.

SCARSA FIDUCIA NELLA CLASSE POLITICA

Il sondaggio Ipsos segnala che i cittadini soffrono una distanza tra loro e la classe politica, perché prevale la percezione che la democrazia favorisca le élite politiche ed economiche ai loro danni. Gli italiani prevalgono in tal senso con il 60%, davanti a Francia (57%) e Croazia (77%). Quest’ultima è anche la percentuale che si registra in Italia riguardo la sensazione che il sistema economico sia vantaggioso per ricchi e potenti. Bassissima invece la percentuale sulla fiducia nella classe politica. Solo il 2% in Italia ritiene che i politici mantengano le promesse, stessa percentuale della Croazia. Tutti questi elementi suggeriscono che c’è la necessità da parte dei cittadini di una riforma radicale nelle democrazie dei Paesi coinvolti nel sondaggio.

Si passa dal 70% registrato in Croazia al 56% invece in Italia. La Svezia si rivela anche in questo caso particolare, perché prevale la convinzione qui che i cambiamenti radicali possano essere rischiosi, mentre in Italia il 35% ritiene che si debba procedere per riforme meno drastiche. Ma la voglia di cambiamenti radicali non si traduce in spinta per riforme per rafforzare il potere esecutivo, anzi ciò viene percepito come pericoloso quasi ovunque, in Italia ne sono convinti il 56% dei cittadini, mentre solo il 23% vorrebbe limitare le assemblee legislative. Invece, in Polonia prevale l’equilibrio.

LA DEMOCRAZIA HA DELUSO IN OCCIDENTE

Il sondaggio Ipsos si sofferma anche sulla questione della partecipazione, altrettanto delicata, infatti in Italia il 32% è convinto che si possano apportare dei cambiamenti concreti partecipando attivamente alla politica, mentre il 35% lo giudica inutile, in quanto non si può cambiare niente. Non sono inutili le elezioni, tutt’altro, infatti ovunque prevale la convinzione che siano in grado di influenzare l’attività politica. Solo una minoranza non crede nel voto: nell’Italia corrisponde al 20%, sale al 39% in Croazia, crolla al 9% in Svezia. Infine, non si vogliono leader autoritari, ma una democrazia migliore.