«Il Pil, se non succede niente, in altre parole se non continua a cadere, alla fine di quest’anno sarà sceso del 5% circa». Lo ha detto, intervenendo alla presentazione del Rapporto sull’economia dell’Abruzzo, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Evviva, finalmente si dicono le cose chiare senza farsi prendere da ottimismi di facciata.

Ma, visto che l’ottimismo nei momenti di crisi può essere un’arma fondamentale, facciamoci due risate con le parole dell’ad di Unicredit, Alessandro Profumo: «Dire che tutti i problemi vengono dalle banche è strutturalmente sbagliato. L’economia reale è in difficoltà, le imprese, soprattutto le piccole, sono in difficoltà per il forte allungamento dei tempi di pagamento dei loro clienti e le banche le stanno sostenendo in questo fenomeno». Impagabile, Woody Allen è davvero un dilettante.

Caro Tremonti, diciamoci la verità: che colpa hanno i banchieri, d’altronde, se pur di rimettersi a posto il Core Tier 1 hanno chiuso i rubinetti nonostante gli aiuti di Stato – i Tremonti-bond che paghiamo direttamente noi correntisti con spread che assomigliano giorno dopo giorno a tagliole – e quelli della Bce? Già, perché nonostante i giornali italiani siano troppo impegnati a raccogliere le fondamentali dichiarazioni di attricette da night club di provincia, l’altro giorno la Banca centrale europea ha iniettato nel sistema creditizio la cifra record di 442 miliardi di euro con tasso d’interesse dell’1% proprio per facilitare la ripresa dell’economia reale: poveri banchieri, che colpa hanno se questa cifra eccede il prestito monstre erogato nel dicembre 2007 – quando il sistema era pressoché al collasso – di 349 miliardi?

Tremonti, da gentiluomo qual è, ha evitato i toni bruschi che un qualsiasi onesto lavoratore avrebbe di fronte a questo scempio della decenza. Ma rallegriamoci, su. Se il Pil italiano si contrarrà del 5% – ma preparatevi almeno a un 6,5-7% – quello irlandese, stando al Fondo Monetario, quest’anno avrà un picco del 13,5% con perdite sugli assets bancari per altre decine di miliardi: c’è sempre qualcuno che sta peggio.

E mentre in America spuntano sgradevoli coperture da parte della Fed riguardo l’acquisizione di Merrill Lynch da parte di Bank of America (ma volete mettere la gravità delle dichiarazioni di un D’Addario qualsiasi?), ecco che dai mercati arriva l’allarme vero: preparatevi a una cavalcata selvaggia dell’oro visto che il bene rifugio per eccellenza sarà l’arma utilizzata dalla Cina per difendersi dalla crisi del dollaro. In poche righe, con poche notizie, gli ottimisti da quattro soldi sono stati liquidati: chi gridava al miracolo scambiando speculazione e rimbalzi del gatto morto per green shots è servito.