L’economista Gotti Tedeschi in un’intervista per il quotidiano La Verità ha parlato del problema della crisi climatica, fornendo una spiegazione diversa al fenomeno da quella data fino ad ora e che affonda le sue radici nella denatalità. Una tesi che parte dal fondamentale assunto che “negli anni ’70 al mondo c’erano circa 4 miliardi di persone, di cui circa un miliardo nel mondo occidentale”, mentre “oggi ci sono 8 miliardi di esseri umani, ma in Occidente c’è sempre un miliardo di persone”.



Nel frattempo, spiega Gotti Tedeschi, si è cominciato a parlare della crisi climatica, al punto che la denatalità è sembrata l’unica soluzione possibile, perché “l’Occidente ha ritenuto che l’impatto ambientale dovuto alla crescita della popolazione rappresentasse un pericolo per il pianeta”. L’uomo in quel periodo “cominciò a essere considerato cancro della natura, un povero bacillo sfuggito alla legge dell’evoluzione”, e interruppe il tasso di natalità. Ne conseguì tuttavia, e qui arriva il collegamento che Gotti Tedeschi fa tra crisi climatica e denatalità, l’Occidente capì che “avrebbe provocato decrescita del Pil se non fosse stata compensata dal consumismo. La crescita dei consumi ha compensato il crollo nascite illusoriamente”, mentre al fine di aumentare ancora quei consumi, “si sono delocalizzate le produzioni a basso costo, industrializzando Paesi emergenti e deindustrializzando l’Occidente”.



Gotti Tedeschi: “Contro la crisi climatica dovuta alla denatalità, basta tornare a fare figli”

Insomma, il collegamento che Gotti Tedeschi fa tra crisi climatica e denatalità è che, per sostenere il Pil mondiale a fronte di minori nascite, sono state delocalizzate le produzioni all’estero, alimentando quel problema ambientale che, ora, è diventato preponderante. Come se non bastasse, infatti, “per 30 anni siamo andati avanti così, sempre rifiutando di riconoscere l’origine del problema” ed anche oggi sembra che ci si concentri soprattutto sugli “effetti”, più che sul problema vero e proprio.



Ma una soluzione, sempre secondo Gotti Tedeschi, alla crisi climatica dovuta alla denatalità c’è ed è evidente, oltre che ovvio, “l’Occidente deve tornare a fare figli. In tal modo si ridurrebbe il ‘consumismo’ (che provoca inquinamento) e di ridurrebbe la necessità di delocalizzare le produzioni a basso costo”. Così facendo, infatti, “si formerebbero famiglie con attitudine sobria verso i consumi, i cui membri si sentirebbero obbligati ad un maggiore impegno per responsabilità verso i figli” ed inoltre, conclude Gotti Tedeschi ragionando sulla crisi climatica e la denatalità, “si ritornerebbe a risparmiare ed a investire, riavviando il ciclo virtuoso”.