Ancora una volta è il cambiamento climatico al centro dell’attenzione. Il clima sembra essere il responsabile anche della diffusione del virus dengue che, sebbene finora sia circoscritto solo in precise aree geografiche del mondo, ogni Paese potrebbe essere a rischio. Questo perchè temperature anomale con innalzamenti mai visti nel corso degli anni precedenti potrebbero generare il terreno fertile per le cosiddette ‘malattie neglette’, vale a dire quei virus che nessuno si preoccupa di curare perché colpiscono solo i Paesi poveri, dove infettano un miliardo e 700 milioni di persone l’anno. La globalizzazione potrebbe però colpire anche queste malattie.
Nell’intervista rilasciata a La Stampa Gianni Rezza, già direttore della prevenzione al ministero della Salute e ora Professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, conferma infatti questa ipotesi, spiegando anche come i vaccini oggi esistenti (parlando in particolare della dengue) in realtà non sono rivolti a tutti, ma solo a coloro che viaggiano in determinati Paesi.
DENGUE: DALLA RICERCA AI VACCINI
Rezza ha spiegato come le ‘malattie neglette’, in cui si può far rientrare anche la dengue, non siano da considerare rare visto che “infettano un miliardo e 700 milioni di persone nel mondo e pesano in termini di morti e contagi come i tre “big killer” messi insieme, vale a dire tubercolosi, Hiv e malaria”, ma poiché sono diffuse nei paesi poveri, la ricerca finisce per trascurarle.
Lo specialista ha aggiunto: “Le industrie farmaceutiche non sono associazioni “noprofit”, quindi per sostenere i costi di una ricerca poco o per nulla remunerativa è necessaria una collaborazione tra pubblico e privato, che già avviene attraverso le raccolte fondi promosse da alcune fondazioni internazionali. Ma occorre fare di più, perché se per la Dengue un vaccino almeno lo abbiamo e per Chikungunya è in fase di approvazione, per molte della ventina di malattie neglette c’è poco o nulla”. In merito ai vaccini Rezza ha poi evidenziato come “l’efficacia complessiva nei confronti dei due sierotipo di Dengue più diffusi a livello globale è dell’80% a 12 mesi dalla seconda dose, contro le ospedalizzazioni è del 90% a 18 mesi. I risultati a lungo termine, a quattro anni e mezzo, hanno dimostrato un’efficacia complessiva del vaccino del 61,2% nel prevenire la malattia e dell’84,1% nel prevenire l’ospedalizzazione.” Come ha voluto attenzionare però il professore è bene tenere alta la guardia anche in paesi che finora sono rimasti estranei alla dengue e alle altre malattie neglette, vigilando e investendo nella ricerca.