Chi l’ha visto torna a occuparsi di nuovo del caso relativo alla morte di Denis Bergamini dopo il colpo di scena dell’ultima udienza del processo sul presunto omicidio del calciatore che aveva solo 27 anni quando perse la vita. Il dottor Antonio Raimondi, interpellato da Ottavio Abbate, magistrato incaricato del caso, col maresciallo Antonio Carbone per una consulenza, ora dice di non aver mai redatto il documento che spiega come è morto Bergamini. In aula è scoppiato il putiferio. «No, mi dispiace, sono stanco, ho una certa età. Mi dispiace, ma sono troppo stanco. Mi sono ritirato, quasi mi faccio monaco», ha detto al termine dell’udienza quando l’inviato di Chi l’ha visto ha provato ad acquisire un commento.



«Ci hanno mandato prima in chirurgia, poi in medicina, lì ci hanno detto di non saperne niente e di rivolgerci all’ufficio informazioni, dove ci hanno detto di non sapere nulla. Allora mi sono fatta accompagnare in camera mortuaria», aveva ricostruito la sorella, Donata, riguardo il giorno in cui ha scoperto della morte di Denis. «Era coperto con un lenzuolo, c’era solo la faccia, non si vedeva niente. Mia moglie è andata per dargli un bacino e l’infermiera le ha detto: “Signora, non lo tocchi, è distrutto”», aveva raccontato invece il padre, Domizio. Non gli sembrava che si trattasse di un incidente, perché aveva il visto intatto.



IL MISTERO DEL VERBALE SU DENIS BERGAMINI

Si parlò all’epoca di suicidio, del resto c’era la testimonianza di Isabella Internò, ex fidanzata ora imputata per omicidio, in concorso con altre persone rimaste finora sconosciute. «Suicidato Denis? Non ci ho mai creduto», aveva detto Domizio Bergamini a Chi l’ha visto. Il primo certificato di decesso è redatto dal medico intervenuto sul luogo della tragedia. Riascoltato dopo 33 anni, il medico ha raccontato in aula di aver verificato l’assenza di battito cardiaco, ma di aver fatto solo ispezione visiva, senza mai aver spostato il corpo. «Sono mesi che dico che questa udienza sarebbe stata fondamentale. È successo che il medico che accerta la morte descrive lesioni che non esistono e spiega questo con uno stato emotivo compromesso al quale io personalmente non credo», ha dichiarato l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia di Denis Bergamini.



Chi l’ha visto ha mostrato il documento redatto in obitorio, smentito dal medico Antonio Raimondi, che nega di aver scritto questo verbale né lo ha mai dettato. Conferma di essere stato chiamato e di averlo visto, ma da lontano e di sfuggita. Chi ha redatto quel documento? «Ho scritto solo quello che mi è stato dettato dal magistrato e dal medico lì presente», ha chiarito l’ormai ex maresciallo Antonio Carbone. Il magistrato ha ribadito la genuinità del verbale. Allora cos’è accaduto nella camera mortuaria? Perché Raimondi ha negato di averlo redatto? «È inquientante. Carbone non ha nessun motivo di mentire, di Raimondi non c’è la firma e il procuratore capo non se lo sa spiegare. Carbone dice che nessuno si è avvicinato al corpo, quindi il contenuto di quel verbale è falso. Vengono osservate lesioni inesistenti e il procuratore capo ammette che è un errore…», analizza l’avvocato Fabio Anselmo. Il processo intanto va avanti.