Il giudice dell’udienza preliminare di Castrovillari, in provincia di Cosenza, ha deciso di rinviare a giudizio Isabella Internò, l’ex fidanzata del calciatore Denis Bergamini, morto il 18 novembre 1989 in circostanze mai chiarite sulla strada statale 106 Jonica. L’uomo, trovato privo di vita nei pressi di Roseto Capo Spulico, stando a quanto accolto dal giudice Fabio Festa, sarebbe stato “prima asfissiato poi buttato sulla strada per simulare un incidente“. La donna, oggi 52enne, sarebbe accusata di concorso in omicidio aggravato da premeditazione e futili motivi.
A 32 anni dalla morte del calciatore del Cosenza il giudice Fabio Festa ha accolto la richiesta del pm Luca Primicerio secondo cui l’allora 27enne non si suicidò ma anzi venne ucciso e poi fu simulata la morte volontaria. Nel corso dell’udienza, l’avvocato Angelo Pugliese, difensore di Isabella Internò, nella sua arringa durata circa tre ore, ha illustrato le tesi della difesa chiedendo il non luogo a procedere per la propria assistita. Il guo ha però deciso per il rinvio a giudizio, con la prima udienza del processo è stata fissata per il 25 ottobre.
Denis Bergamini fu narcotizzato, le accuse dei pm
Stando all’ipotesi accolta dal gup di Castrovillari, Denis Bergamini fu ucciso. La notte del 18 novembre 1989, secondo quanto ipotizzato dai pm, l’uomo venne prima narcotizzato, poi asfissiato e successivamente buttato sulla strada per simulare l’incidente. Alla base di questi gesti ci sarebbe stato il sentimento di vendetta da parte dell’ex fidanzata Isabella Internò dopo che il fidanzato le aveva comunicato di voler interrompere la relazione sentimentale.
Per la riapertura del caso e delle indagini determinante è stata la volontà della famiglia del ragazzo, dopo che varie ipotesi annesse al decesso hanno parlato di suicidio per implicazioni col mondo della droga e della malavita. La famiglia Bergamini, così come la Internò, non erano presenti in aula.