Denis Bergamini già cadavere e steso sull’asfalto, morto per una asfissia meccanica e posizionato successivamente a terra, lungo la statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, per inscenare un suicidio (a cui la famiglia non ha mai creduto). È la conclusione di Vittorio Fineschi, medico legale tra i massimi esperti in Italia che, durante il processo che si celebra a carico della ex fidanzata del calciatore del Cosenza trovato senza vita il 18 novembre 1989, avrebbe spiegato quali sarebbero le cause della morte concordando con il parere di altri esperti del settore. Esiti che restituirebbero alle cronache un’altra ricostruzione del caso, inizialmente centrato sulla pista di un gesto estremo, portando in testa lo scenario di un omicidio: Denis Bergamini, secondo questa lettura, sarebbe stato ucciso e il suo corpo sarebbe stato poi posizionato sulla carreggiata per simulare che il giocatore, allora 26enne, si fosse gettato volontariamente sotto un mezzo pesante in transito.



Pochi giorni fa, riporta Sky Sport, nell’aula della Corte d’assise di Cosenza dove si celebra il processo a carico di Isabella Internò, ex fidanzata di Denis Bergamini imputata per concorso in omicidio volontario, i medici legali intervenuti avrebbero smontato la tesi del suicidio. Si tratta di Giorgio Bolino e Roberto Testi, chiamati a regidere una consulenza rispettivamente nel 2011 e nel 2013, di Vittorio Fineschi, al quale sarebbe stato chiesto un parere tecnico nel 2016 dall’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, e di Margherita Neri incaricata come consulente del pm per gli esami condotti nel 2017 a seguito della riesumazione del corpo di Denis Bergamini.



Denis Bergamini ucciso e adagiato sull’asfalto: le parole del medico legale Vittorio Fineschi

La famiglia di Denis Bergamini non ha mai creduto al suicidio. La sorella del calciatore morto nel 1989, Donata Bergamini, da anni porta avanti una battaglia serrata per arrivare alla verità, assistita dall’avvocato Fabio Anselmo. Oggi l’ex fidanzata Isabella Internò, riporta Giallo, è a processo con l’accusa di aver concorso all’omicidio con ignoti. Unica imputata per la morte di Denis Bergamini si è sempre difesa rigettando ogni addebito e la sua testimonianza, all’epoca, avrebbe indirizzato gli inquirenti sulla pista suicidaria.



Pochi giorni fa, in aula i medici legali intervenuti per produrre consulenze sulla morte del calciatore hanno parlato dei risultati del loro lavoro e si sarebbero detti convinti che Denis Bergamini sarebbe morto per asfissia meccanica violenta. Un risultato che, ha sottolineato il medico legale Vittorio Fineschi, era già dimostrato dall’autopsia del dottor Avato nel documento datato 1990. “L’idea che mi sono fatto – ha dichiarato poche settimane fa il professore ai microfoni di Sky Sport, e che mi sembra sia venuta fuori in maniera oggettiva è che Bergamini fosse già cadavere, steso sul selciato stradale con la posizione descritta (supino, la testa verso mezzeria) e che sia stato sormontato da un camion a moto lento, quindi trascinato per un breve periodo, poi risormontato in retromarcia“. Denis Bergamini, secondo Fineschi, era già morto quando fu steso a terra, deceduto “per un meccanismo asfittico“. “Un enfisema polmonare acuto, in un calciatore come Denis è da escludere”. In merito alla domanda su quando sarebbe intervenuta l’asfissia meccanica rispetto al posizionamento del corpo sull’asfalto, Fineschi precisa: “Si può solo formulare un’ipotesi, pochi minuti prima, non sono sicuramente passate ore“.