La morte di Denis Bergamini è finita al centro di un servizio proposto dal settimanale “Giallo”, sulle cui colonne campeggiano le parole di Padre Fedele Bisceglia, padre francescano che ben conosceva il calciatore di 27 anni trovato morto la sera del 18 novembre 1989 lungo la statale 106 jonica, all’altezza di Roseto Capo Spulico (Cosenza). In quel periodo, il giocatore vestiva la casacca del Cosenza, nel campionato di Serie B, e, come ha raccontato il religioso davanti al pm Luca Primicerio nell’ambito del processo a carico di Isabella Internò, ex fidanzata di Denis e unica imputata in Corte d’Assise con l’accusa di omicidio volontario in concorso con ignoti.



Queste sono state le sue dichiarazioni: “Una volta appresa la notizia della morte, mi sono precipitato all’obitorio di Trebisacce. Sul viso e sulle mani di Denis Bergamini non c’era un graffio. Mi chiesi come fosse possibile che avesse la pelle intatta pur essendo stato trascinato sull’asfalto per 60 metri da un camion. Chiesi dove fossero i suoi indumenti e gli addetti ai lavori mi dissero che erano andati al macero”.



DENIS BERGAMINI, PADRE FEDELE BISCEGLIA: “MI DISSERO CHE I VESTITI ERANO STATI DISTRUTTI”

Padre Bisceglia ha proseguito, come scrive “Giallo”, dicendo: “Celebrai i funerali di Denis Bergamini. Ricordo molto bene che vicino alla bara c’era questa ragazza: non versava una lacrima, si sistemava i capelli. Questo mi colpì molto. Sono poi andato ad Argenta con il carro funebre e la sua salma, strinsi un rapporto molto forte con la famiglia Bergamini. Parlai dei vestiti e della dinamica della morte sia con il padre Domizio che con la sorella. Su mio consiglio il papà chiese anche lui notizie dei vestiti, ma gli fu risposto che erano stati distrutti nell’inceneritore”.



Non è un mistero, del resto, che il religioso non abbia mai dato credito alla pista del gesto anticonservativo: “Al suicidio non ho mai creduto. Denis Bergamini è incappato in una dinamica diabolica. Era solare e aveva una carriera davanti. Sarebbe diventato un gioiello per i club di Serie A. È stato ammazzato, tutti quanti lo sappiamo”.