E’ stato ucciso Denis Kireev, uno dei negoziatori ucraini durante l’incontro che si è tenuto negli scorsi giorni in quel di Gomel. L’uomo, come riferisce il sito ucraino obozrevatel.com, citato da comedonchisciotte.org, sarebbe stato assassinato stamane mentre era sotto custodia in quanto sospettato di tradimento.



In seguito Oleksandr Dubinsky, deputato della Verkhovna Rada, ha fatto sapere via Telegram che Kireev sarebbe stato un uomo del KOCG, acronimo di Klyuev Organized Crime Group, gruppo criminale che si dice sia fortemente radicato all’interno del governo russo, e che godrebbe della protezione e cooperazione di alti funzionari del governo e delle forze dell’ordine, notizia sempre riportata da comedonchisciotte.org. Il negoziatore ucraino era un esperto del settore bancario e non era presente nell’elenco ufficiale dei diplomatici che hanno incontrato la delegazione russa a Gomel, anche se in realtà, come si nota chiaramente dalle foto pubblicate da obozrevatel.com, lo stesso era seduto al tavolo delle negoziazioni. Sicuramente un colpo di scena inattesa quello dell’uccisione di Kireev, che giunge tra l’altro a poche ore dalla nuova tornata di negoziazioni.



DENIS KIREEV, UCCISO NEGOZIATORE UCRAINO, INTANTO LAVROV SBOTTA…

A riguardo è uscito allo scoperto il ministro russo degli Esteri Serghei Lavrov, che ha condannato i vicini ucraini dicendo: “Sembra che l’Ucraina inventi sempre dei motivi per aggiornare i termini. La delegazione russa – ha proseguito – era pronta già da venerdì sera per un nuovo round di colloqui con l’Ucraina”, per poi precisare che “nell’ottica di consultazioni russe-ucraine gli interventi di Zelensky non infondono ottimismo”.

Il capo della diplomazia russa ha chiosato: “aspettiamo informazioni dall’Ucraina sulla data per il terzo round di negoziati”. Stando alla versione russa, sarebbe quindi l’Ucraina a temporeggiare sull’inizio di nuovi colloqui volti a trovare una stabilità e soprattutto la pace. Inoltre, secondo Lavrov, la citazione della Nato nell’ultimo discorso di Zelensky spingerebbe la Russia a pensare che Kiev voglia risolvere il conflitto “con la partecipazione della Nato e non attraverso i colloqui. Vuol dire che non sente neanche le dichiarazioni che provengono da Berlino e Parigi”.