Non si può comprendere la storia di Lea Garofalo senza partire da Denise, la figlia della protagonista del film in onda oggi su Rai Uno. Della pellicola, che vede la bravissima attrice Vanessa Scalera interpretare la donna che ha pagato con la vita il fatto di essersi ribellata alla ‘ndrangheta, Denise è il vero motore. Proprio l’amore provato nei suoi confronti, il desiderio di garantirle un futuro migliore, spinse infatti mamma Lea, giovanissima, a lasciare il suo piccolo paese d’origine, Petilia Policastro, in provincia di Crotone, e ad affrancarsi dalla sua famiglia, inserita in un ambito criminale. Insieme a lei, in un primo momento, c’era anche il padre della piccola Denise, quel Carlo Cosco che nel corso degli anni avrebbe finito per rivelarsi la persona sbagliata per Lea Garofalo e che, insieme all’ex fidanzato di Denise, finirà per uccidere la donna. Fino alla morte di Lea, mamma e figlia vissero, per stessa ammissione di Denis, “come una cosa sola“.

L’ingresso nel programma di protezione non fu semplice, ma consolidò sempre più il loro legame: “La nostra vita cambiò. Dovemmo nasconderci e cambiare nome e cognome. Prima diventai Sarah De Rossi. Poi, quando avevo 15 anni ed eravamo a Udine, ci spacciammo addirittura per sorelle. Ma a me veniva sempre da chiamarla mamma, e allora lei come nome prese Maria, così dopo il “ma…” facevo in tempo a correggermi. (…) Io ero Denise Petalo e lei Maria Petalo. Ridicolo, no? Petalo di Garofalo”.

Chi è Denise Cosco, figlia di Lea Garofalo

A sventare un primo tentativo di omicidio fu proprio Denise Cosco. La sua presenza in casa, una mattina che avrebbe dovuto trovarsi a scuola, consentì infatti alla mamma di sottrarsi alla trappola che Carlo Cosco aveva organizzato ai suoi danni.

Da mamma Lea, Denise ha ereditato il coraggio: è anche grazie alla sua denuncia, infatti, se il padre è oggi in carcere condannato all’ergastolo con tre compici. Il suo ex fidanzato, Carmine Venturino, deve scontare invece 25 anni. Fu terribile, per Denise, scoprire che anche il ragazzo che amava era coinvolto nell’omicidio della mamma. Intervistata da La Stampa, qualche anno fa, raccontò: “È stato il mio primo fidanzato e non ne ho più avuti altri. Certo mi ha ingannata. Ma sono sicura che ci siamo voluti veramente bene, e che la sua appartenenza alla ‘ndrangheta è anche una storia di debolezza, di paura“. Nei confronti del padre, Carlo Cosco, Denise, che oggi ha 30 anni, disse di non provare odio: “Il giorno della sentenza non ho gioito. Mi hanno rovinato la vita ma non riesco a odiare nessuno. Neanche mio padre. Ogni tanto provo pena per lui. Non ha capito che cosa si è perso: una famiglia, una figlia, l’amore che avrebbe potuto avere“.