Alberto Di Pisa, ex procuratore capo di Marsala, intervistato nei giorni scorsi dalla trasmissione “Storie Italiane”, ha dichiarato: “Limitarsi dopo 20 anni a denunciare ostruzionismo e depistaggi è una cosa fine a se stessa. La dottoressa Angioni era titolare delle indagini, poteva benissimo fare degli accertamenti, di cui non ho trovato traccia negli incartamenti che ho letto quando mi sono insediato nel 2008″.
La risposta dell’ex pm non ha tardato ad arrivare: “Anche Di Pisa ha riconosciuto di avere avuto difficoltà nelle indagini, così come è successo a noi. La Polizia non ci riconosceva autorevolezza e non credeva alle nostre intuizioni, alle nostre decisioni. Tutto ciò che veniva eseguito, veniva fatto senza convinzione”. Angioni ha reso noto di avere ascoltato parecchie intercettazioni (alcune carpite casualmente con una cimice posizionata sul motorino di Jessica Pulizzi, ndr), due delle quali erano presenti nei tabulati e sono scomparse. Quel giorno, alle 12.17 la madre di Anna Corona dice di avere sentito la figlia; in realtà, l’unica chiamata ricevuta dall’utenza della donna in quel 1° settembre proveniva dal magazzino e il suo contenuto, stando a quanto asserito di fronte agli inquirenti, consisteva in una richiesta di recarsi a casa a prendere le nipoti, senza fornire ulteriori motivazioni. La bambina, secondo Angioni, “può essere viva, può essere restituita, ma se i sequestratori sono persone pericolose e violente la vita della ragazza potrebbe essere in pericolo”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
DENISE PIPITONE E LA LETTERA ANONIMA: “L’AUTORE ESCA ALLO SCOPERTO”
L’ex pm Angioni a “Storie Italiane” ha affermato, a proposito della lettera anonima recentemente ricevuta dall’avvocato Frazzitta, che al suo interno sono contenute testimonianze che potrebbero rivelarsi preziose, anche se “negli anni in cui ho lavorato in Procura a Marsala eravamo funestati dalle lettere anonime e spesso si sono rivelati veri e propri tentativi di depistaggio. È giusto dire alla persona che ha scritto tale missiva e che sottolinea di avere visto tutto, ma di avere paura di uscire allo scoperto, di andare a parlare immediatamente con gli inquirenti, se ciò che ha raccontato corrisponde al vero”. Inoltre, a Mazara del Vallo quel giorno potrebbe esserci stata una seconda automobile di colore scuro oltre a quella dell’incidente, con a bordo uomini e la piccola Denise Pipitone: questo, stando a quanto trapelato, sarebbe contenuto nella lettera anonima, che conterrebbe anche tre nomi e cognomi. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
DENISE PIPITONE, ANNA CORONA E L’INCIDENTE D’AUTO
A “Storie Italiane”, sul caso di Denise Pipitone e i sospetti su Anna Corona, è stato poi ripreso in esame l’incidente che ebbe un autoveicolo quel giorno, sul quale l’Angioni pensa sia stata trasportata la piccola. L’ex pm Angioni ha dichiarato che in quel luogo c’era qualcuno appartenente alla famiglia allargata della bambina: “Una persona è intervenuta a parlare subito con il carrozziere ed è emerso che ha dialogato con una coppia che aveva visto quest’auto e che cambiò l’orario di avvistamento del mezzo e fu risentita più volte”. Il datore di lavoro di questa persona, sentito dal pm Angioni, disse alcune cose, ma rifiutò di firmare il verbale, asserendo di avere molta paura. “Era una persona colta e anche di grande prestigio, pertanto mi preoccupai molto di queste dichiarazioni”, ha commentato la dottoressa. La trasmissione di Rai Uno ha poi intervistato il carrozziere che è intervenuto sul luogo del sinistro: “Sentimmo odore di bruciato, era un’auto di colore blu metallizzato, nuova, a tre porta. Era l’ora di pranzo e c’era una donna al volante: pensavamo si fosse sentita male, invece dopo essere andata a sbattere ha tirato dritto”. Tuttavia, il pm Angioni ha rivelato che nelle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti dal carrozziere, quest’ultimo avrebbe parlato della presenza di una coppia. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
ANNA CORONA, GIALLO FIRMA FALSA
Dov’era Anna Corona il giorno della scomparsa della piccola Denise Pipitone? Questo è l’interrogativo con il quale si è aperta la puntata di oggi, mercoledì 26 maggio 2021, della trasmissione di Rai Uno, “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele. Maria Angioni, ex pubblico ministero che seguì la questione della scomparsa della piccola: “All’epoca non c’erano riscontri sulla presenza di Anna Corona sul posto di lavoro dopo il pranzo in quel 1° settembre 2004. Nessuno dei colleghi riusciva a ricordarla lì. All’epoca non era stata fatta una perizia, c’erano tante attività convulse, ma ritenevamo tutti inverosimile che Anna Corona fosse rimasta in albergo dopo pranzo”. Francesca, collega di Anna Corona, aiutò la donna firmando al posto suo l’orario sul registro del lavoro: “Quel giorno sono venute le sue figlie in scooter con delle giacche in un sacchetto, non ricordo a che ora – ha dichiarato la donna a ‘La Vita in Diretta’ –. Si sono trattenute cinque, dieci minuti. Io non ho visto poi uscire Anna, non so se abbia abbandonato il posto di lavoro. L’ho aiutata soltanto quella volta, in quella specifica occasione”.
ANNA CORONA NON ERA AL LAVORO QUANDO DENISE SPARÌ
Il pm Angioni a “Storie Italiane” ha sottolineato, in collegamento video, che “in quei primi mesi dopo il sequestro della bambina qualcuno aveva diffuso il mantra che noi procuratori ce l’avessimo con la signora Corona e volessimo torturarla. Ora invece l’opinione è mutata e spero nel ritorno della bambina. Oggi c’è una grande collaborazione”. L’ospite è tornata poi sul caso della firma falsa, dicendo che l’idea che si è fatta, a parte un clima di minacce e di paura complessivo, è che Anna Corona fosse una persona capace di legare emotivamente a sé le amiche e che in alcune di loro la scelta di non dire le cose come realmente stavano potrebbe essere dipesa da questo. Tuttavia, Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio sostiene che la firma sia invece di Anna Corona, mentre sia stato l’orario a essere stato posto da un’altra persona, così come asserito in fase di indagine.